L’agguato di stampo camorristico che è costato la vita al sindaco di Pollica, Angelo Vassallo, è solo l’ultimo di una lunga serie. Dal 1980 a oggi, sono stati cinque gli esponenti politici campani, di destra di centro e di sinistra, a essere stati ammazzati con le stesse modalità. Molti di questi, e a differenza di Vassallo (almeno stando alle ultime indagini) sono accomunati da un passato di presunti legami con la cirminalità organizzata.

Marcello Torre, ex sindaco di Pagani, piccolo centro del Salernitano, viene ucciso l’11 dicembre del 1980. L’ordine, stando alla ricostruzione degli investigatori, arriva del boss della Nuova camorra organizzata Raffaele Cutolo. L’ agguato avviene a pochi passi dalla sua abitazione. Torre si trova a bordo dell’auto. In un primo momento vengono ritenuti responsabili dell’omicidio Salvatore Di Maio e Antonio Benigno, poi pienamente assolti. Solo nel 2001 la corte condanna all’ergastolo Raffele Cutolo. Il movente di quell’omicidio viene individuato nell’opposizione del sindaco democristiano alle infiltrazione della camorra negli appalti per la ricostruzione di Pagani dopo il terremoto dell’Irpinia.

Il 21 novembre 1991 Eugenio Graziano, 30 anni,  ex sindaco di Quindici (Avellino)’, viene assassinato assieme a due suoi parenti, da un commando di 10 persone. Poco prima dell’omicidio Graziano, legato all’omonima cosca, si trova in una officina di Spartivento, un paese dell’entroterra napoletano. Alla base di questo omicidio sembra esserci il passato poco chiaro del sindaco. Nel 1984, ad appena 23 anni, la sua giunta viene sciolta direttamente dal Capo dello Stato Sandro Pertini. Motivo: un’accusa per associazione camorristica e per l’omicidio di un pregiudicato del clan Cava, con il quale i Graziano da tempo erano in lotta per il controllo delle attivita’ illecite.

Nel 1992 tocca a un consigliere comunale di Castellamare di Stabia, Sebastiano Corrado, del Pds. Due sicari a bordo di una moto, l’11 marzo, lo uccidono con quattro colpi di pistola. Secondo alcuni consiglieri Corrado era scomodo alla camorra. Il Responsabile dell’ufficio economato della locale Usl sembra avesse detto troppi no. Molto tempo dopo gli investigatori scoprirono il suo coinvolgimento in un giro di tangenti e i legami con il clan D’Alessandro.

A Marcianise, un piccolo paese alle porte di Caserta, la camorra punta il mirino contro il consigliere comunale democristiano Pietro Trombetta, 40 anni. Il Medico chirurgo e docente, viene affrontato da due sicari e ucciso con sei colpi di pistola in pieno volto all’uscita della scuola.  E’ il 21 novembre 1992. Oscure le ragioni dell’agguato: era stato rinviato a giudizio nell’ambito di una inchiesta su presunte irregolarità nella concessione di licenze e autorizzazioni a una società edile collusa con la camorra. Secondo gli inquirenti Trombetta non aveva mantenuto una promessa.

Il 3 febbraio 2009 viene ucicso Gino Tommasino, consigliere comunale di Castellammare di Stabia.  Tommasino, 43 anni, era del Partito democratico. Viene crivellato da una decina di colpi calibro 9 parabellum davanti al suo bambino di 13 anni. Sono ancora in corso le indagini per capire le ragioni del suo omicidio. Alcune intercettazioni su Tommasino hanno dimostrato il suo ruolo in un intrigo tra uomini politici, professionisti, imprese e camorra.

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