Luigi Cesaro, presidente della provincia di Napoli, si propone come l'uomo della rinascita. Però affida a Cristiana Fevola il ruolo di capo di gabinetto dell’ufficio del presidente, nonostante i suoi trascorsi giudiziari
Da lui doveva ripartire la rinascita della Campania. Il primo atto per liberarsi del sistema Bassolino. “Ripartiamo dalla provincia” disse Luigi Cesaro, detto “gigino a pulpetta” (la polpetta), il 17 gennaio 2009 quando ufficializzò la sua candidatura. Al suo fianco la ministra Mara Carfagna e Nicola Cosentino, il casalese plurindagato.
“Il disastro è sotto gli occhi di tutti, bisogna pensare al futuro”, ammoniva il futuro presidente della provincia di Napoli. Ma alla faccia del rinnovamento, Cesaro ripropone le stesse logiche e soprattutto la stessa gente. E’ di questi giorni la nomina a capo di gabinetto di Cristiana Fevola, imprenditrice, già dirigente dell’Udeur, quell’Udeur, braccio operativo del governo regionale bassoliniano in materia ambientale, con i risultati che tutti conosciamo. Il partito dell’ex ministro della giustizia Clemente Mastella che ha lottizzato e occupato ogni posto, a partire dall’Arpac, ente regionale diventato un luogo di spartizione e nomine.
Nell’ottobre scorso un’inchiesta della procura di Napoli scoperchiò la rete di affari, assunzioni e sprechi nell’agenzia di protezione ambientale. In quell’inchiesta è stata coinvolta anche Fevola (l’accusa ha chiesto il rinvio a giudizio). Fevola, nel 2006 tenta il grande salto e si candida con l’Udeur alle elezioni politiche, ma non riesce ad approdare alla Camera dei Deputati. Nel gennaio 2008 Fevola venne coinvolta nel primo troncone di inchiesta sul sistema Udeur, finì ai domiciliari con Ugo Ferrara. Insieme gestiscono la Team Consulting, società che si occupa di selezione del personale. Oggi nella team consulting insieme con Ugo Ferrara, tra i soci c’è anche Luigi Pellino di Sant’Antimo, il feudo politico del presidente della provincia.
Cesaro alla faccia del rinnovamento affida a Fevola il ruolo di capo di gabinetto dell’ufficio del presidente con un’indennità di 58 mila euro all’anno, con primo contratto della durata di 6 mesi. L’avviso pubblico,della durata di 15 giorni, per la selezione dell’importante ruolo dirigenziale è stato pubblicato il 3 agosto, alla faccia della trasparenza. Si consideri che in un momento di grave crisi economica e di tagli ad alcuni servizi essenziali si poteva utilizzare dirigenti interni all’Ente e già stipendiati.
Fevola ritorna anche nelle cronache parlamentari e nell’attività della commissione di inchiesta sul ciclo dei rifiuti e richiama alla mente l’era Bassolino. Nel novembre 2005, Cristiana Fevola viene ascoltata come presidente del consorzio Sta, sviluppo tecnologia e ambiente. Risponde alle domande dei commissari e spiega il progetto di attivazione di un call center di informazione ambientale. Uno dei disastri dell’era di Antonio Bassolino che l’ex governatore come commissario straordinario approvò. Proposto dalla Sta e gestito da una società mista che si chiamava Pan, partecipata dal consorzio privato e dal commissariato (deteneva quote anche la stessa Arpac). Un call center che doveva servire a rispondere alle domande dei cittadini sulla gestione dei rifiuti. Soldi in fumo (oltre 3 milioni di euro), assunzioni inutili e nessun servizio. Uno degli aspetti più scandalosi della vicenda rifiuti in Campania, un disastro economico a carico della collettività. Imprenditrice privata e dirigente politica.
Nel maggio 2009 Cesaro e Fevola si ritrovarono insieme in un appuntamento elettorale, il primo come candidato presidente, la seconda, come commissaria provinciale dell’Udeur. Un binomio che continua.Visto il curriculum, Cesaro ha scelto Fevola come capo di gabinetto. Il cambiamento, prospettato da Gigino a pulpetta, è ancora una promessa, troppo impegnato nel suo doppio ruolo di presidente della provincia e deputato della Camera dei deputati. Le malelingue continuano a ripetere ‘si tiene stretta l’immunità parlamentare’, visti i suoi trascorsi giudiziari e i pentiti che di tanto in tanto lo chiamano in causa. Cesaro si è preso una pausa dai problemi della provincia, ora si trova in Russia con una delegazione di deputati della Repubblica. Un giro a Mosca. Tanto per il rinnovamento c’è sempre tempo.
Di Tommaso Sodano e Nello Trocchia
Autori del libro “La Peste” – di prossima uscita