Il capo del governo inveisce di continuo contro le prepotenze di alcuni magistrati italiani …
Come il “così fan tutti” di craxiana memoria a giustificazione del latrocinio politico diffuso ed il “se l’è cercata” di matrice andreottiana a sostegno dell’assassinio politico impunito pare in linea con tali non velate ostentazioni dei suoi predecessori che tra i malvissuti si possono ben classificare dopo mirate indagini investigative e definitive decisioni giudiziarie.
Evidente – anche per sua esplicita spiegazione – che si riferisce al manipolo dei magistrati determinati a non mollare in un confronto che per i mezzi e le forze in campo risulta impari!
Netta la dichiarazione di appartenenza ripetutamente e univocamente pronunciata in termini diretti, esaltando improbabili eroismi di personaggi dalla cospicua carriera criminale, tacendo e schivando ogni riferimento a veri eroi e a chi con passione li sostiene.
L’ossessione nasce non solo da affinità elettive e aspirazioni empatiche di ammiccamento ai veri prepotenti dell’attuale società, bensì anche da un terribile timore che ormai pare panico per uscite del tutto fuori luogo: così parlerebbe – e con molta cautela – chi avesse in corso d’opera affiliazioni da celare e attività da coltivare in traffici illeciti e inconfessabili.
Quelli che non sono riusciti a capire o che non sono interessati a sapere risultano oggettivamente alleati e complici delle organizzazioni criminali che governano, salvo qualche sacca di residua risoluta resistenza, una poco affidabile e assai patetica nazione.
A onor del vero e della storia va riconosciuto che le pretese del capo d’oggi e della sua variopinta cricca in termini di tributo di sangue sono assai più contenute rispetto alle bellicose imposizioni imperiali del duce.