Cattiverie
In un’intervista Capezzone ha ammesso di essere bisessuale. Gli piacciono sia gli uomini che Berlusconi
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- 15:43 - C.sinistra: Renzi, 'non dico il nome, ma il leader M5s ha sbagliato un rigore e fatto un autogol'
Roma, 19 nov (Adnkronos) - Alle regionali "poteva essere un 3 a 0 se qualcuno, in Liguria, non avesse sbagliato un rigore e poi fatto un autogol. Non diciamo il nome, il leader del M5s". Lo ha detto Matteo Renzi a Tagadà, su La7.
- 15:36 - Migranti: prosegue esame Camera su Dl flussi, atteso voto su Paesi sicuri
Roma, 19 nov (Adnkronos) - Riprenderanno in serata, al termine dell'aula, in commissione Affari costituzionali della Camera le votazioni sul Dl flussi. In mattinata i lavori sono andati avanti fino alle modifiche sull'articolo 12 e restano da esaminare circa 200 emendamenti.
In serata, tra gli altri, dovrebbe essere votato l'emendamento del governo che recepisce il decreto Paesi sicuri, mentre tra le varie modifiche da esaminare c'è quella della relatrice Sara Kelany (FdI) che affida alla Corte d'Appello la competenza sulla convalida del trattenimento dei richiedenti protezione.
Il provvedimento è atteso in aula il 25, quando dovrebbe essere apposta la fiducia da votare il 26. Il commissione il Dl flussi dovrebbe essere licenziato entro giovedì ma il via libera potrebbe arrivare anche domani sera.
- 15:33 - Ia: cambia tutto, dai nuovi modelli business a trasformazioni mercati e organizzazione lavoro
Roma, 19 set. (Adnkronos) - I fruitori dell’informazione digitale percepiscono l’Intelligenza Artificiale come un fattore ormai consistente nella propria quotidianità ma sentono di non essere ancora adeguatamente preparati al suo impiego; permangono paure sulla possibilità di perdere il lavoro e anche la convinzione che occorra introdurre norme e limiti. Queste le indicazioni degli utenti del sito e dei canali social Adnkronos che hanno risposta all’indagine non statistica sul tema dell’evento Adnkronos Q&A 'Trasformazione digitale, dentro l’Ai' che si è svolto oggi al Palazzo dell’Informazione di Roma, dedicato agli effetti dell’accelerazione sull’integrazione dell’Intelligenza Artificiale nella società e soprattutto nell’economia moderna. L’Intelligenza artificiale si nutre e si alimenta anche grazie alla corretta informazione e alla formazione di una forte coscienza civile nei cittadini. Un principio, questo, fortemente evidenziato da Alberto Barachini, Sottosegretario Presidenza del Consiglio con delega all’editoria, nel suo intervento.
“Il Governo ha lavorato e sta lavorando per allinearsi alle iniziative europee e, in alcuni casi, per anticipare alcuni contenuti per quel che riguarda le norme di difesa del copyright e del mondo editoriale in genere. È molto importante rendere edotti e consapevoli i cittadini su quello che è prodotto dall’uomo e quello che è algoritmico. Un giovane su tre, oggi, non riconosce una fake news”. “Le aziende editoriali - continua Barachini- si sostengono non solo grazie agli introiti pubblicitari ma anche grazie alla capacità di creare contenuti protetti dal diritto d’autore. Se salta questa garanzia si mettono in difficoltà tutti i sistemi editoriali. La destrutturazione della capacità informativa si trasforma in una decostruzione della capacità di formarsi una coscienza civile”.
“Per anni l’Intelligenza artificiale è stata sottovalutata dalle istituzioni, sia a livello nazionale che internazionale. Oggi abbiamo finalmente messo l’Ia al centro dell’agenda politica e strategica -ha dichiarato Alessio Butti, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione tecnologica e transizione digitale - Oltre 53 università offrono corsi specializzati in Ia e un dottorato nazionale attivo. Stiamo lavorando per attrarre investimenti strategici nelle infrastrutture digitali. Grandi aziende hanno scelto l’Italia per i loro data center, con investimenti complessivi di oltre 5,5 miliardi di euro. Il nostro obiettivo è garantire che questa rivoluzione tecnologica sia un’opportunità per tutti, sviluppata in modo etico, sicuro e inclusivo. Grazie all’impegno del Governo, siamo pronti a guidare questa trasformazione”.
“Non credo che l’Ia potrà avere un futuro distopico, credo invece che sia una risorsa fondamentale per competere sulla scena internazionale ma che vada governata - ha esordino Nunzia Ciardi, Vicedirettore generale dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale - È necessaria una transizione ma, nel caso dell’Italia, con un algoritmo che parli la nostra lingua, addestrato con dati propri, con un’autonomia tecnologica che l’Italia e l’Europa devono sviluppare per ridurre la dipendenza tecnologica. L’agenzia della cyber sicurezza ha a cuore tutti questi temi ma in particolare quello della sicurezza, perché è evidente che l’applicazione dell’IA può diventare una minaccia ma può servire anche a difendersi, perché si può monitorare in tempo reale una grande quantità di dati che possono prevedere gli attacchi informatici”.
Oltre alla sicurezza, il settore a cui guardare con attenzione è sicuramente il mondo del lavoro, delle imprese e della competitività. "Nei prossimi anni oltre il 40% delle ore lavorate sarà supportato dall'intelligenza artificiale - ha spiegato Maximo Ibarra, Ceo Engineering - Questo ci fa capire che nell'evoluzione tecnologica, che corre velocemente e non è destinata a fermarsi, l'essere umano che non usa l'Ai sarà sostituito dall'essere umano che usa l'Ai. È fondamentale, quindi, investire in formazione, per fare in modo che i vantaggi generati dalle tecnologie all'avanguardia siano alla portata di tutti".
Una trasformazione che, tuttavia, richiede cautela e senso di responsabilità, come raccomanda e spiega nel suo intervento Luciano Floridi, filosofo, founding director del Digital Ethics Center all’Università di Yale. “L'intelligenza artificiale oggi nel business si sta rivelando disruptive, perché incide soprattutto su alcuni equilibri con una trasformazione continua dei mercati e con una forte ibridizzazione dell’offerta, oltre che sulle aspettative di tutti gli stakeholder che sono notevolmente cresciute. Oggi tra le opportunità c’è sicuramente l’integrazione, ossia la capacità di conciliare in un’azienda tutte le nuove opportunità e soluzioni, mentre tra i rischi c’è quello di lavorare soltanto sui dati, perdendo di vista chi c'è dietro, ossia l’individuazione di clienti, fornitori, competitor”. “Si potrebbe definire l’eclisse dell’analogico – chiosa Floridi - A questo si può rimediare solo se non si perdono mai di vista le reali esigenze della propria azienda e partendo da quello che si può già fare ad intelligenza zero, in modo che il controllo umano e la visione di dove si vuole arrivare sia di tipo manageriale”.
Cautele e dubbi che si percepiscono nelle risposte degli utenti, divisi a metà su alcuni aspetti rilevanti, come la piena presenza dell’AI nella vita di tutti i giorni, sia pur in maniera invisibile (48%) e la paura che possa far perdere il posto di lavoro (52%); quasi 9 utenti su 10 ritengono che occorra introdurre norme e limiti al suo utilizzo, mentre soltanto 1 utente su 5 si sente adeguatamente informato su come l’AI influenzerà la propria vita. In pochi dichiarano di utilizzare in maniera stabile piattaforme come Chatgpt (16%) e 3 utenti su 10 non ritengono di dover migliorare le proprie competenze digitali.
“La trasformazione digitale riguarda tutti noi: istituzioni, aziende, giornalisti, lavoratori -ha concluso Fabio Insenga, Vicedirettore Adnkronos - La diffusione dell’intelligenza artificiale, in particolare, sta cambiando le regole del gioco. C’è un tema politico, perché Governo, Parlamento e Istituzioni europee incidono sul piano delle norme. C’è un tema di sicurezza, legato alla gestione dei dati. C’è un tema di competitività, legato alle capacità del sistema economico e delle imprese di gestire il digitale. C’è un tema strettamente legato alle informazioni, a come vengono prodotte e a come vengono diffuse”.
- 15:13 - Ia, Marco Re (Tor Vergata): "Microelettrica fulcro 'creativo' del settore"
Roma, 19 nov. (Adnkronos/Labitalia) - "L'intelligenza artificiale nasce dal punto di vista degli algoritmi negli anni '40 in realtà, il machine learning è stato usato nelle nostre aziende per tanti anni, il vero elemento che ha portato a questo veloce e molto veloce incremento dell'applicazione è la microelettronica, cioè la convergenza in particolare di due tecnologie, tutte e due dipendenti dalla microelettronica. La convergenza di queste due tecnologie ha consentito di arrivare a prendere gli algoritmi magari nati 15 anni fa o 20 anni fa dai nostri ricercatori del settore della fisica e dell'ingegneria, e della matematica, e metterli su un hardware. Quindi è fondamentale sempre porre l'attenzione sul fatto che, oggi, in questo strumento, noi abbiamo l'implementazione dell'intelligenza artificiale perché abbiamo un cosiddetto hardware accelerator, cioè un oggetto hardware, un circuito integrato specifico che svolge queste funzioni con grande efficienza energetica". A dirlo Marco Re, professore Elettronica digitale Università Tor Vergata, intervenendo all'evento Adnkronos Q&A, 'Trasformazione digitale, dentro l'AI'.
"Nel futuro - spiega - avremo anche la possibilità di non dover accedere alla rete, al cloud o al fuoco per fare il learning, ma avremo un learning locale. Ma questo sarà il risultato della convergenza di dati trasferiti e microelettronica molto spinta. Allora bisogna poi capire bene qual è la situazione della microelettronica mondiale, che è centrale per l'intelligenza artificiale. E quali sono le sue criticità? Il problema è che la microelettronica moderna è estremamente complessa. Noi lavoriamo attualmente su nodi, si chiama nodo l'elemento 3D, il transistor singolo, e si va verso tecnologie più spinte. Questo ha significato che negli ultimi vent'anni la concentrazione del Fab, del cosiddetto firmware Fab, è assolutamente diventata necessaria per poter sfruttare i costi di produzione di oggetti così sofisticati. Quindi noi abbiamo della produzione di cibi integrati di ultima generazione fatta sostanzialmente in Sud Corea, in Taiwan".
"Questo - assicura - fa venire in mente un po' di 'problemini', perché Taiwan è ovviamente in una situazione geopolitica molto complessa, la South Korea non sta proprio vicino ad un paese calmo, come si dice, e quindi il problema è che queste forti concentrazioni sono estremamente rischiose, costituiscono un punto critico che può interrompere la catena di produzione di circuiti integrati. E questo è il problema. Ergo, la gran parte dei paesi sta cercando di spostare la produzione in loco. Quindi gli Stati Uniti stanno investendo, con il National Science Chips Act, 280 milioni di dollari per rifare i circuiti integrati negli Stati Uniti, l'Europa sta facendo qualcosa, anche l'Italia sta facendo qualcosa".
"C'è il rischio - si chiede il professore Marco Re - che sia la geopolitica a fermare questa corsa tecnologica che stiamo vivendo? C'è un rischio reale? Questo secondo me è un rischio reale, ma insieme a questo rischio ci sono ulteriori rischi. Questo non è l'unico rischio della criticità della catena di produzione di circuiti conduttori; è molto interessante questo, perché è talmente sofisticata e spinta la tecnologia, che ad esempio i macchinari per la produzione di circuiti integrati che oggi abbiamo nei nostri iPhone, sono costruiti in un solo paese del mondo che è l'Olanda con Asml".
"In Ucraina - prosegue - vengono prodotti la gran parte dei gas nobili che sono utili nelle industrie sui produttori, come l'Argon e altri gas nobili. Per fare la futura classe di circuiti integrati dell'intelligenza, ci vogliono non solo le tecnologie, ma ci vogliono gli uomini per gestire le tecnologie e anche uomini che progettino i nuovi sistemi di intelligenza artificiale".
"Non ci sono più iscritti - ammette - nei corsi di ingegneria elettronica a livello mondiale. C'è un incremento degli iscritti nei corsi di computer science, cioè chi fa il software, non ci sono iscritti nei corsi di electrical engineering, che sono quelli che progettano i circuiti integrati, che sono gli acceleratori che ci consentono di fare l'inferenza a basso costo energetico".
- 15:02 - Mafia: Santalucia (Anm), 'Cosa nostra insidiosa, capace di penetrare anche nel tessuto politico'
Messina, 19 nov. (Adnkronos) - "Anche se non c'è la mafia stragista, questo non vuol dire che c'è stata una diminuzione della pericolosità di Cosa nostra, una realtà criminale capace di infiltrarsi nel tessuto economico e sociale del paese. Questa è la sua pericolosità e la sua insidiosità. Sapere penetrare nella realtà economico e sociale ma anche politica". Così il Presidente dell'Anm Giuseppe Santalucia partecipando all'Università di Messina alla presentazione del saggio 'A cose serve il ricordo" del magistrato Andrea Apollonio.
- 14:57 - Tlc, Musumeci: "Danno a cavi nel Baltico? origine incerta, Marina tutela infrastrutture"
Roma, 19 nov. -(Adnkronos) - “Non è ancora certa la responsabilità" del danneggiamento dei cavi di telecomunicazione nel Mare Baltico, ma è una vicenda che testimonia il ruolo strategico delle comunicazioni e degli scambi marittimi. Così Nello Musumeci, ministro per la Protezione Civile e le Politiche del mare, a margine del secondo Forum Space&Blue, sottolinea la necessità di tutelare questi scambi - di merci come di dati - ricordando che “non è vero che la circolazione del mare sia scontata per sempre e ovunque, lo abbiamo capito proprio negli ultimi mesi”.
Ad esempio, spiega, nel Mar Rosso è minacciata "dai ribelli houti: ma da questo punto di vista se ancora il fenomeno non ha assunto proporzioni allarmanti lo dobbiamo al ruolo di deterrenza svolto dalla nostra Marina Militare”. Una Marina che - aggiunge - ha un ruolo cruciale nel difendere i nostri asset strategici, visto che "sta svolgendo un ruolo importante vicino al Medioriente, nell’Indopacifico". D'altronde se al momento le vicende legate al Mar Rosso "hanno determinato una leggera flessione dell’attività dei nostri porti nel Mediterraneo" questo calo "dobbiamo necessariamente impedirlo, con l’impegno diplomatico e con la capacità di mediazione. Nel frattempo - conclude il ministro - dobbiamo difendere i nostri legittimi interessi”.
- 14:54 - Mare, Confindustria: "Blue economy è 10% Pil, con Spazio grande opportunità"
Roma, 19 nov. - (Adnkronos) - L’economia del mare, in Italia, “ha un valore considerevole, di quasi 180 miliardi di euro, rappresentando circa il 10% del nostro pil nazionale. La nostra forza risiede proprio nell’abilità di integrare settori e competenze diverse, creando prospettive di sviluppo fondamentali per il nostro Paese”. L’interconnessione tra mare e spazio “rappresenta una vera opportunità strategica per l’Italia”. Lo ha sottolineato Mario Zanetti, delegato di Confindustria per l’economia del mare, nel suo intervento al 2° Forum Space&Blue al Mimit.
“Il nostro ruolo a livello globale non può prescindere dalle peculiarità e dalle risorse di cui disponiamo e la nostra propensione mediterranea insieme alla lunga esperienza tecnologica nel settore spaziale costituiscono un patrimonio ineguagliabile. Il sistema industriale marittimo è pronto, quindi, a raccogliere questa sfida dell’interconnessione tra Spazio e Mare”, ha evidenziato Zanetti, invocando una collaborazione “non solo a livello tecnologico, ma anche a livello normativo”.
Il delegato di viale dell’Astronomia si riferisce alla Convenzione di Montego Bay, “un’esperienza importante nella definizione delle collaborazioni in ambito spaziale e al Piano del Mare e alla Legge sullo Spazio che rappresentano rilevanti passi avanti in questa direzione. Sono convinto che il rafforzamento del legame tra il Mare e lo Spazio sia una chiave di sviluppo strategico per l’Italia e che, quindi, sia nostro compito alimentare questa consapevolezza a livello nazionale. Solo così - conclude - potremo moltiplicare le potenzialità che queste economie da sole offrono, contribuendo in maniera essenziale al futuro e alla competitività del nostro Paese”.