È stata una grande kermesse. È stato un successo andato oltre ogni previsione. Più di ventimila persone, secondo i calcoli della polizia municipale di Pietrasanta, hanno affollato la tre giorni di festa de Il Fatto Quotidiano. Ragazzi, famiglie con bambini, anziani, arrivati da ogni parte d’Italia, hanno riempito fino all’inverosimile il teatro all’aperto della Versiliana (1.500 posti) facendo registrare il tutto esaurito in tutti i dibattiti.
Sul palco si sono alternati giornalisti, scrittori, attori, comici, politici e, soprattutto parte della redazione de Il Fatto. Un quotidiano nato il 23 settembre dello scorso anno e già diventato una realtà che dimostra come la crisi dei media sia prima di tutto una crisi di notizie, di idee e di libertà. “Non siamo e non vogliamo essere un giornale partito”, ha detto il direttore Antonio Padellaro nel suo ultimo, applauditissimo, intervento di chiusura. “Siamo però un giornale comunità”, ha aggiunto. Un quotidiano cioè che vuole essere un punto d’incontro tra persone che magari la pensano in maniera diversa, ma che hanno dei valori in comune.
Padellaro ha raccontato come in questi mesi è riuscito a mettere insieme una squadra di “fuoriclasse e di giovanissimi colleghi” che riesce a lavorare in gruppo producendo storie, articoli, inchieste che nessuno in Italia può o vuole affrontare. Una redazione che adesso vuole non solo continuare a denunciare quello che non va, ma che vuole anche mettersi a scrivere di quello che, nonostante tutto, in questo paese funziona. Anche perché descrivere quell’Italia significa occuparsi di notizie.
Certo, farlo non è semplice. Grazie ai lettori, i bilanci de Il Fatto godono di ottima salute. Ma Il Fatto, come ha detto Peter Gomez, direttore della versione on line, vuole crescere. E se oggi vende 75mila copie in edicola e 40mila in abbonamento il prossimo obbiettivo è quello di sfondare quota 150mila copie. Per arrivarci bisogna continuare a pubblicare un giornale che “non è né di destra, né di sinistra, ma che è solo un giornale” e migliorare giorno dopo giorno.
Senza finanziamenti pubblici, con poca pubblicità, il Fatto chiede quindi come sempre aiuto ai suoi lettori. Nei prossimi giorni partirà la campagna per il rinnovo degli abbonamenti sottoscritti un anno fa, ancor prima che il quotidiano vedesse la luce. E per un giornale che ha rinunciato ai soldi dello stato gli abbonamenti rappresentano il vero polmone finanziario. Chi vuole (e chi può) quindi deve sapere che rinnovandoli non solo risparmia, ma anche sostiene la libertà d’informare e di essere informati.
E quanto sia libero il quotidiano di Padellaro il pubblico lo ha capito in serata con gli interventi di Marco Travaglio, Furio Colombo, Paolo Flores d’Arcais, Oliviero Beha e Luca Telese. Cinque giornalisti che hanno dato vita a un dibattito intenso e sorprendente che domani potrete in parte seguire in un reportage sulla tre giorni di festa che verrà messo in rete nelle prossime ore da ilfattoquotidiano.it.