Umberto Bossi vuole palazzo D'Accursio per sancire l'espansione del Carroccio verso sud e prepara una rosa di nomi. Obiettivo: costringere il Popolo della libertà (in preda al caos) a cedere
La Lega prepara l’avanzata anche nel Comune di Bologna. Il Carroccio affila le armi per le prossime amministrative, punta a proporre la sua rosa di nomi per trovare un accordo con il Pdl e, forte dei risultati delle scorse regionali che l’hanno portata dal 4,8% al 7,8%, proseguire così la sua espansione verso sud. Con i sondaggi che la indicano tra il 10 e il 12%. Nel centrodestra locale del resto il caos è ormai acclarato. Dalla festa regionale del Pdl che si è appena conclusa non è uscito né un nome certo né una rosa di possibili candidati tra cui scegliere. Giancarlo Mazzuca, deputato del popolo della libertà ed ex direttore del Quotidiano nazionale, prima è stato indicato come candidato sindaco a palazzo d’Accursio, poi è stato lentamente abbandonato. Tanto da spingerlo a ritirare la sua investitura. Ma Maurizio Gasparri alla festa regionale del partito nel gioco tutto bolognese delle due torri ha salvato Giancarlo Mazzuca.
Una investitura ufficiosa che sa di gaffe visto che l’ipotetico candidato ha dichiarato di non aver alcuna intenzione di correre. Si fa strada tra le fila azzurre anche il nome di Daniele Corticelli, ex collaboratore di Giorgio Guazzaloca, primo sindaco di centrodestra del capoluogo emiliano, a cui il finiano ex coordinatore provinciale del partito Enzo Raisi, categorico, ha detto no. Ma non di solo Pdl vivono i pronostici elettorali e anche la Lega punta a presentare il suo uomo, certa che lo scandalo dell’ex primo cittadino di centrosinistra Flavio Delbono sia un’arma da sfoderare in campagna elettorale. L’ex sindaco infatti si è dimesso lo scorso febbraio dopo le rivelazioni dell’ex amante Cinzia Cracchi a seguito delle quali è stato indagato per truffa e abuso d’ufficio. E da allora il Comune è commissariato. Il Pdl tentenna proprio in attesa della scelta leghista.
Il senatùr guarda con estremo interesse a palazzo D’Accursio tanto da aver archiviato i soliti slogan contro Roma ladrona, i terroni e il confine della Padania sulla linea del Po. Umberto Bossi vuole conquistare l’Emilia. “Siamo vicini alla scelta definitiva”, aveva detto già a metà agosto ma senza mai fare un nome. “E’ un uomo che ha avuto a che fare con Prodi, hanno lavorato insieme ma poi è rinsavito”, erano gli indizi indicati. Il primo della lista è dunque Massimo Ponzellini, presidente di Impregilo e Banca Popolare di Milano che però ha smentito qualsiasi coinvolgimento. Tra i papabili della Lega nel bacino prodiano anche Alberto Clò, stimato docente dell’Alma Mater noto per la seduta spiritica con Prodi e Baldassarri dopo il rapimento Moro, e il presidente Enel Piero Gnudi. “Non abbiamo mai espresso nessuna preferenza, quei nomi li avete fatti voi”, taglia corto Angelo Alessandri, presidente federale. “Su Mazzuca saremmo d’accordo, ma se abbiamo altri uomini validi li presentiamo”. I candidati si decidono a Roma? “Solo se Bologna non lo fa”. Tradotto, significa che in regione hanno intenzione di presentare già una lista senza punti di domanda. Ma se Mazzuca, come ha annunciato, declina l’invito e si fa strada Daniele Corticelli, si presenterà Enzo Raisi, deputato finiano che ha da poco lasciato l’incarico di coordinatore provinciale del Pdl a Bologna . “Raisi? Meglio di no”, glissa Alessandri. E spiega: “Bisogna avere qualcosa alle spalle, non la pochezza di Mirabello”. Niente finiani dunque ma prodiani sì? “Non siamo legati alle ideologie, i bolognesi sceglieranno chi garantisce di essere padroni a casa loro”, afferma. Vista l’indecisione tra i papabili del Pdl ed eventuali di Fli non è meglio andare alle primarie? “No. Abbiamo visto come è andata con Delbono, decidiamo noi.”
La confusione regna sovrana. E a rendere ancora più nebbioso lo scenario nel centrodestra è Enzo Raisi con la sua disponibilità a candidarsi. Ma Alessandri non vuole sentirne parlare. “Che ci provi la Lega ad appoggiare Corticelli, un ‘signor nessuno’ che nella sua vita non ha mai preso un voto e che è diventato un nome da spendere solo perché lavorava con Guazzaloca. Se lo appoggia il Pdl dimostra una lungimiranza imbarazzante”, afferma sarcastico Raisi. Che rilancia: “Voglio candidati veri, io sono a favore delle primarie. A Mazzuca sono sempre stato leale ma non ha neanche cominciato la corsa che si è già ritirato”. Quindi è stata una gaffe quella di Gasparri che l’ha rilanciato? “Ufficialmente si è ritirato. Poi non so. Basta che si mettano d’accordo”. Ma la Lega è intenzionata a presentare il suo uomo. Ha visto quanti presunti nomi sono usciti per il Carroccio a Palazzo d’Accursio? “Si fa presto, basta prendere l’elenco del telefono”. Prego? “Provi a telefonare a Gnudi per sapere se vuole candidarsi per la Lega. Vedrà che si vergogna. Idem per Ponzellini. Solo perché è amico di Tremonti credono che possa lasciare Impregilo e la banca per loro”.
Però con qualche candidatura civica di primo piano la Lega potrebbe arrivare alla poltrona di primo cittadino. “I nomi fatti finora non vogliono candidarsi per il Carroccio – chiosa Raisi – che prende voti in montagna e in campagna, non nel tessuto borghese cittadino dove si è sempre fermato al 4%”. Quindi, sentenzia Raisi, “quello della Lega è solo un grande bluff”. Sarà, di certo al momento il Carroccio sta spingendo per spuntare un suo candidato. Che sia condiviso o meno dal Pdl non ha importanza per Bossi, figurarsi se il senatùr si preoccupa del sostegno dei meridionalisti finiani.