Mercoledì 8 settembre a Strasburgo il Parlamento Europeo era chiamato a votare la nuova direttiva sugli esperimenti scientifici sugli animali. Un testo che, a detta di 100mila cittadini italiani (e di chiunque legga il testo e abbia una coscienza!), presenta degli aspetti fortemente lesivi del rispetto del benessere e della vita degli animali; evidentemente a tutto interesse delle lobbies economiche (in primi quelle farmaceutiche).
Il Fatto Quotidiano con due articoli pubblicati (1 e 2) aveva lanciato sulle sue pagine un allarme legato a questa direttiva.
Ero giunta alla plenaria più che preparata su questo testo. Gli interventi che ascoltavo dagli altri eurodeputati, prima in commissione, poi in gruppo e infine in aula, andavano tutti nella stessa direzione: tutti si stracciavano le vesti per questa direttiva, ma tutti dicevano che, a malincuore, l’avrebbero votata. Insomma il loro discorso verteva sul seguente argomento: come non sostenere la ricerca e la sperimentazione?
Molti, come sempre, non conoscevano minimamente i contenuti.
Arrivavano nel frattempo appelli contro questa direttiva direttamente dall’Italia promossi dal ministro del turismo Michela Brambilla e sottoscritti da altri ministri berlusconiani.
Dando voce a tutti i cittadini che chiedevano di non approvare queste norme ho annunciato martedì 7 settembre che avrei chiesto il rinvio in commissione del testo in maniera tale che potessero essere apportate le necessarie modifiche. Il regolamento del Parlamento Europeo prevede che per votare la richiesta di rinvio, questa debba essere appoggiata da almeno 40 deputati. Così mercoledì, alla mia richiesta in aula, numerosi parlamentari si sono alzati per manifestare al presidente della seduta il loro appoggio. Purtroppo al momento della votazione finale non siamo riusciti ad ottenere la maggioranza.
Concentrando l’occhio di bue sui deputati italiani ciò che colpisce è l’ipocrisia del PDL, pronto a lanciare campagne mediatiche “strappalacrime” (restano sempre il Partito dell’Amore!) ma del tutto incoerente al momento di agire in aula. Tanto si sa, di quel che accade li dentro non si interessa nessuno.
Ad eccezione di tre deputati “finiani”, il resto della delegazione pidiellina si è voltata come sempre accade dall’altro lato – quello delle lobbies – senza troppi scrupoli.
Purtroppo , pur se con un più ampio numero di “obiettori di coscienza”, anche il PD ha appoggiato la direttiva, mentre l’IDV ha votato compatta prima per il rinvio e poi per far passare gli emendamenti migliorativi. La battaglia però non è finita perché utilizzaremo lo strumento dell’iniziativa popolare europea (raccolta di un milione di firme di cittadini europei) per indurre la Commissione a rivedere la direttiva. La sensibilità dei cittadini, infatti, non cede alle pressioni delle lobbies. Chissà, magari firmerà anche il ministro Brambilla!