L'ex sindaco di Venezia si dice convinto che seppur il premier sia ormai "al limite psichiatrico" questo centrosinistra "non è in grado di sconfiggerlo". Almeno non alle prossime elezioni che, garantisce, saranno in primavera
Per quanto Silvio Berlusconi sia “arrivato al limite dello psichiatrico” questo Pd “così come è non è in grado di sostituirlo” e fare le primarie, “come chiede Vendola, significherebbe decretarne la mai nascita, la morte”. Massimo Cacciari, sembra avere chiaro in mente come si evolverà la situazione politica. Partendo dalle elezioni anticipate che, assicura, saranno “al massimo in primavera” perché “Berlusconi non può andare avanti tre anni così, si sputtanerebbe in modo totale”.
Cacciari è conoscitore e osservatore attento delle geometrie politiche. Grande sostenitore di Romano Prodi, entrò giovanissimo in Potere Operaio per poi passare al Pci. Deputato dal 1976 al 1983 è stato primo cittadino di Venezia dal 1993 al 2000 e poi di nuovo nel 2005. Deluso dall’evoluzione del Partito democratico, ha abbandonato la politica attiva dopo la conclusione del mandato di sindaco nell’aprile 2010. Da allora, dice il filosofo, “ho ripreso a studiare, insegnare ma certo osservo” ciò che accade “con attenzione”. Tanto da prevedere appunto il voto anticipato. Nonostante il presunto gruppo di solidarietà nazionale per garantire la maggioranza, la fiducia ai cinque punti, la sicurezza di Berlusconi che garantisce di riuscire ad andare avanti senza problemi fino al termine naturale della legislatura.
“Ma va, sono tutti tentativi di piazzamento per vedere chi rimane con il cerino in mano. E’ evidente che Berlusconi non può pensare di andare avanti tre anni con il mercato delle vacche, ci rimetterebbe anche d’immagine. Come fa a sputtanarsi in modo totale a elemosinare sostegno ovunque. Arriverebbe alle elezioni con dieci voti. Quindi si tratta solamente di un teatrino orchestrato, neanche troppo bene, per lasciare Fini con il cerino in mano e andare a votare il prima possibile, in primavera. Fini non può tornare indietro. Il dissenso è ormai strategico, culturale”.
Elezioni anticipate a cui il partito democratico si presenterà con Pierluigi Bersani segretario oppure ci saranno le primarie come vuole Nichi Vendola?
“Se facessimo delle primarie e vincesse Vendola sarebbe come andare dal notaio e certificare la mai nascita del Pd. Mi sembra evidente, un dato pacifico. Vorrebbe dire che tutto l’apparato del Pd ormai è completamente a sinistra, neanche socialdemocratico. Una ipotesi che neanche si pone perché riguarda la morte del Pd”.
Quindi il candidato premier sarà Bersani. Ma il partito sarebbe pronto a sottoporsi alle urne?
“Che il Pd riesca da qui alle elezioni, in questi mesi, a dare cenni di vita la vedo molto molto difficile, ma non impossibile. Certo la leadership di Bersani è molto appannata, molto circoscritta, senza nessuna possibilità di sfondamento al centro ma potrebbe avere una convergenza nell’area di Casini. Queste idee però bisogna dibatterle, farle crescere, cosa che non avviene. Quindi non vedo un partito preparato e capace di sostituire Berlusconi”.
Non potrebbero sostituirlo neanche le nuove leve che scalpitano per “rottamare i vecchi dirigenti”, come ha detto Matteo Renzi che, fra l’altro, oggi è stato proclamato (dalla ricerca Monitor Città) il sindaco preferito d’Italia?
“Chi? Matteo Renzi? È solo pubblicità. Chi fa parlare di sé, come Renzi, appare. Sarà un bravissimo sindaco ma è solo una operazione mediatica”.
Lei ha lasciato gli incarichi politici ma continua a seguire con attenzione quel che accade intorno ai Palazzi.
“Io cerco di dire la mia, di aiutare, cerco il formarsi una coscienza critica nel centrosinistra ma come incarichi politici per me il discorso è totalmente chiuso. L’altro giorno a Chianciano ho fatto un discorso critico anche per l’area di centro, accolto con entusiasmo. Credo che l’elettorato di centro e sinistra sia consapevole della situazione. Ho ripreso a insegnare, studiare e faccio quello”.
A breve ci saranno anche le comunali e a Milano, in vista delle primarie, il Pd ha già individuato un candidato, Stefano Boeri.
“A Milano abbiamo un avversario probabile, la Moratti, che più debole non potrebbe essere. Va tenuto conto inoltre che dall’attuale maggioranza che la sostiene sfileranno Udc e fininiani, quindi se il Pd si muove bene abbiamo buone possibilità”.
Dunque condivide il nome di Boeri.
“Boeri è un buon candidato. Ma il partito non può metterci il marchio, come si fa? Non sanno fare politica, questi qui. Il candidato sindaco doveva uscire autonomamente e solo in un secondo tempo il partito interveniva. Il problema è che questi qui non sanno fare politica, ma comunque le possibilità di vincere ci sono”. A Milano.