Prendo l’occasione della festa del Fatto per fare tanti auguri a tutta la redazione e soprattutto per farle i miei complimenti. Era da tanti anni che c’era un vuoto nel sistema informativo tradizionale e su internet. Gli amici del Fatto hanno fatto qualcosa di grandioso e memorabile. Per dare un significato a queste parole vi vorrei raccontare una storia a mio avviso edificante.
Per motivi professionali ho vissuto per quattro anni a Parigi, città in cui torno spesso per delle collaborazioni scientifiche ancora in corso (e per respirare un po’ d’ossigeno intellettuale). In una di queste visite ho avuto modo di fare una chiacchierata con il Direttore del sito Rue89, Pierre Hanski, persona molto disponibile e concreta. Lui ed altri 3 giornalisti di Liberation si sono licenziati (hanno rischiato in proprio) ed hanno usato la loro liquidazione per fondare questo sito, che conta ora 25 persone stipendiate in regola ed ha un milione d’accessi unici al mese con 15 milioni di pagine scaricate mensilmente. Ovvero giocano in serie A, considerando che il sito di “Le Figarò”, che costa almeno dieci volte tanto, conta 4 milioni d’accessi unici al mese. Non hanno editori alle spalle ma dei finanziatori che hanno contribuito con cifre consistenti, perché hanno capito che un sito d’informazione libera ed indipendente è fondamentale (e stiamo parlando della Francia). Poi hanno vari modi di finanziamento, come il “muro”, dove si può comprare uno spazio piccolo, medio o grande (dunque alla portata di tutti) in cui mettere una pubblicità o anche un annuncio personale. Inoltre è possibile contribuire con qualche euro se un articolo è piaciuto con una telefonata o un sms. Infine i webmasters producono siti web per organizzazioni non governative che orgogliosamente richiamano un legame col sito “madre”. Non fanno pagare le notizie e non hanno pubblicità tradizionale. (Come ricordava Gomez nel suo intervento alla festa del Fatto, la pubblicità è spesso usata come strumento di condizionamento). I contatti provengono nella maggior parte da altri siti web e non da google, il che significa che hanno una politica trasversale alla “googolizzazione” delle notizie.
Le parole chiave sono: sito innovativo, flessibilità, adattamento, relazione orizzontale con gli utenti (e dunque flessibilità della pagina ai feedbacks degli utenti) dialogo con gli utenti e trasparenza. In questo senso relazione orizzontale nella formazione delle notizie da contrapporsi alla classica relazione top-down. La ricetta per fare un sito di successo, secondo la loro esperienza, è dunque: trovare uno spazio aperto dovuto alla cattiva qualità dei media, persone determinate che sanno esattamente quello che vogliono, giusto livello di attrezzature tecniche. Il loro successo s’inserisce in un contesto dove i quotidiani tradizionali sono in crisi. Dei 25 che ci lavorano 4 sono dei professionisti che guidano i più giovani ed hanno 4 ingegneri web per le modifiche al sito. Si sentono giustamente dei pionieri di un nuovo tipo di giornalismo e quello è la molla che sta alla base del loro impegno. Ci sono voluti 2 anni per arrivare a regime d’accessi attuale; per questo non hanno fatto una campagna pubblicitaria tradizionale. E’stato il primo sito d’informazione indipendente a raggiungere la serie A in Francia.
Questo quadro interessante l’ho percepito in tutta chiarezza un anno fa. E pensavo: in Italia lo spazio per un’operazione del genere esiste e prima o poi verrà occupato da qualcuno. Poi è arrivato il Fatto e poi è arrivato il sito web del Fatto. E’ chiaro che uno dei problemi principali in Italia riguardi la cricca che ha ora ha in mano il paese, l’incapacità dell’opposizione, ed è su questi temi che il Fatto si è focalizzato con grandissimo successo nel suo primo anno. Ma c’era bisogno anche di un “luogo” di discussione d’altri temi non legati alla contingenza politica del momento. E soprattutto c’era bisogna di un “luogo” d’aggregazione intellettuale e culturale, oltre che pressione politica. Il sito web del Fatto mi sembra ha proprio fornito questo importantissimo “luogo”. In questo senso mi sembra che le ambizioni del Direttore Gomez siano del tutto condivisibili e realizzabili. Non solo diventare il primo sito web in Italia, ma diventare quel “luogo” dove discutere e sviluppare idee da parte di un’opinione pubblica attenta ed informata. E diventare dunque una “comunità”. L’operazione congiunta quotidiano – sito web del Fatto rappresenta dunque un fenomeno non solo di scala nazionale ma mondiale, in quanto iniziative del genere di tale successo sono davvero poche. Alcuni dei bloggers del sito ilfattoquotidiano.it sono di altissimo livello e trattano argomenti più diversi: ci sono delle potenzialità notevoli che potranno essere incrementate da un contatto con gli utenti sempre più stretto. Grazie a ilfattoquotidiano.it ed ancora complimenti.