Il feudalesimo, detto anche “rete vassallatico-beneficiaria”, era un sistema politico prima che sociale; si affermò nell’Europa occidentale con l’Impero Carolingio (IX secolo), fino alla nascita dei primi Stati nazionali, anche se i suoi strascichi si protrassero fino al XVIII secolo, agli albori dell’età contemporanea. In senso sociale ed economico fu un’evoluzione della società curtense.
Il sistema feudale trasse origine da due tradizioni antiche e simili – quella germanica dei fedeli che contornavano il capo e quella romana dei clienti dell’amministratore delle province – che si erano incontrate nei regni romano-barbarici. L’uso del capo barbaro di circondarsi di fedeli, già testimoniato da Tacito, aveva avuto un chiaro sviluppo nell’età merovingia, quando intorno alla figura del re s’era formato un gruppo di guerrieri scelti (trustis) che gli prestava il servizio militare e che per questo si collocava su un piano più alto nella scala sociale: chi feriva o uccideva uno di loro pagava un indennizzo, ilguidrigildo, triplo rispetto al normale.
Tra IX e X secolo l’Europa, che aveva conosciuto un momento di prosperità durante la nascita dell’Impero carolingio, era presto ripiombata nell’insicurezza e nella difficoltà indotta dalla mancanza di un potere centrale.
In questo contesto nacque “dal basso” la richiesta di nuove strutture di potere che andassero a colmare spontaneamente quei vuoti di potere deferiti dalla lontana monarchia imperiale. Ne nacque così il fenomeno dell’incastellamento, con la costruzione di insediamenti fortificati da cinte murarie, dove era presente la dimora del signore locale (“mastio”, “cassero” o torre), i magazzini delle derrate alimentari, degli strumenti di lavoro e delle armi, le abitazioni del personale e, attorno ad esso, le varie unità insediative e produttive.
Le persone che gravitavano attorno al castello erano tutte legate da precisi rapporti di dipendenza al signore. Esisteva un sistema gerarchico piramidale che si ricollegava ai pubblici ufficiali che possedevano una signoria (duchi, marchesi e conti), che a loro volta dipendevano dal sovrano.
Nell’847 il capitolare di Mersen invitava gli uomini liberi a scegliersi un capo tra gli uomini più potenti del territorio e mettersi sotto la sua protezione; e nel X secolo anche una norma del diritto anglosassone sanciva che l’uomo privo di un signore, se la famiglia non lo riconosceva come suo membro, era equiparato ad un fuorilegge.
Il vassallaggio è un rapporto di tipo personale che si instaurava nel sistema vassallatico-beneficiario. Si trattava di una sorta di “contratto” privato tra due persone, il vassallo e il signore: il primo si dichiarava “homo” dell’altro, durante la cerimonia dell'”omaggio” , ricevendo, in cambio della propria fedeltà e del servizio, protezione dal signore.
Questa sintesi storica tratta da Wikipedia calza a pennello per descrivere cosa sono diventati i partiti e i signori che li animano in questa cosiddetta seconda repubblica.
Proprio mentre il circo mediatico rimonta le sue tende e manda in scena l’ennesimo anno di talk-show in cui si dibatterà del e sul nulla, e gli anchorman potranno decidere quale tettona o leccaculo omaggiare di un seggio garantito per le prossime elezioni anticipate, appare ormai evidente e intollerabile la deriva strutturale assunta da questi potentati…
In questo sistema poi, è chiaro, a scalare l’ordine piramidale è il funzionario ligio, l’amministratore mediocre signorsì, il figlio di papà, la donna in simil-carriera…
Il dramma è che questi partiti feudali infettano le istituzioni, a tutti i livelli, spolpandole con sempre maggior voracità a proprio uso e consumo: tangenti, poltrone, gare d’appalto truccate, favori, omissioni, inefficienza, ladrocinii…
Non resta che spezzare questa catena, uscire dal sistema, denunciandolo, e continuando al contempo nel tentativo che dal basso si sta facendo per costruirne un altro, di sistemi.
Orizzontale. Trasparente. Concreto. Efficiente. A servizio dei cittadini, tanto per cambiare!