Un’altra volta i bambini in castigo perchè i loro genitori non pagano la retta della mensa. Sulla scia del sindaco di Adro oggi protagonista dei simboli della Lega disseminati su tutta la scuola e che ieri aveva vietato i pasti ai bambini non inregola col pagamento del buono refezione, questa volta tocca agli alunni di un’altra scuola, a Legnano, un grosso centro alle prote di Milano. Caso uguale, identica vergogna. Anche qui infatti l’assessore di una giunta di centrodestra ha cercato di recuperare le rette mai pagate non facendole pagare ai genitori, ma ai bambini, costretti a mangiare pane e succo di frutta mentre i loro compagni consumavano un pasto normale. Non pagare la retta della refezione è solo per la furbizia dei genitori? In qualche caso può essere, ma per lo più si tratta di situazioni in cui anche poche decine di euro sono troppi. E comunque che c’entrano i bambini? Vengono messi in mora. Come se i soldi dovessero tirarli fuori di tasca loro. Così al disagio di vivere in una famiglia che non ce la fa a tirare la fine del mese si aggiunge l’umilazione di fronte ai compagni di scuola. E dire, come hanno scritto ripetutamente gli esperti, che anche il momento della mensa è un fatto educativo. In mensa i bambini sono chiamati a un’esperienza preziosa per la loro crescita. E allora l’assessore che li esclude da questo momento per ragioni che nulla hanno a che fare con le esigenze educative della scuola, diventa qualcuno che tradisce il suo mandato. Qualcuno per cui qualche migliaio di euro vale di più che una elementare forma di integrazione. E poi magari agiscono in nome della qualità della scuola.

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