“I lavori per la prima centrale nucleare in Italia inizieranno entro tre anni, sicuramente prima della fine della legislatura in corso”. Con questa ‘rassicurante’ comunicazione il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, il 26 aprile scorso durante l’incontro con il compagno di bisbocce Vladimir Putin, inaugurò la sua crociata a favore dell’energia nucleare. Una crociata che il mondo dell’informazione ha un po’ sottovalutato in questi mesi. Il tema sarà sviscerato domenica sera alle 21 in un’inchiesta televisiva targata Riccardo Iacona dal titolo eloquente: “Nucleare”. Terza puntata della serie di successo ‘Presadiretta’ su Rai Tre. “Mentre in Italia ci si interroga su dove e quando far partire le centrali nucleari – dichiara Iacona – noi abbiamo scoperto che la tecnologia costosissima della quale ci dovremmo avvalere, in altri posti stenta a partire”. Il giornalista tv, insieme a Vincenzo Guerrizio e Alessandro Macina, hanno realizzato un reportage di due ore frutto di mesi di lavoro. “Sfateremo alcune leggende – racconta il giornalista tv – che girano sull’energia atomica e su chi dice che come Paese dovremmo modernizzarci al pari di altre nazioni vicine”. Iacona è ancora al montaggio perché uno dei suoi reporter è appena tornato da Berlino con le immagini dell’ultima grande manifestazione contro il nucleare. Oltre 100mila persone in piazza. Le proteste sono contro la cancelliera tedesca Angela Merkel che ha annunciato di aver intenzione di concedere proroghe fino a 14 anni alle 17 centrali a energia atomica già esistenti. “Quando si dice – racconta Iacona – che gli altri Paesi convivono benissimo con il nucleare”.

Il governo Berlusconi ha già deciso di costruire otto centrali elettronucleari, pari a una potenza installata di 13 mila megawatt, e l’Enel e l’Edf hanno già varato un investimento di una ventina di miliardi di euro per costruire quattro delle otto centrali. “Il punto è  che l’Italia si sta dotando di una tecnologia francese che è solo un prototipo”. I reporter di Presadiretta sono stati, infatti, negli unici due cantieri dell’EPR, la centrale nucleare francese di nuova generazione che l’Italia sta per comprare. Uno dei cantieri è in Francia, a Flamanville, e l’altro è in Finlandia. “Un uomo del governo finlandese – racconta Iacona – ci ha detto ‘Viste le problematiche che stiamo incontrando con questa nuova tecnologia francese è evidente che la Francia ci ha usati come cavie'”. Eppure il nostro ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, tornò entusiasta dopo la visita francese nel cantiere di Flamanville.

Ma Presadiretta è andata a capire anche quali problematiche incontrano i paesi vicino al nostro quando si parla dei depositi per le scorie nucleari. “Anche in Germania i siti sono temporanei, c’è un dibattitto fortissimo tra nuclearisti e antinuclearisti che va avanti da anni e sui depositi delle scorie radioattive sono state trovate solo soluzioni tampone”. Nel 2002, in Germania, la pressione esercitata dall’opinione pubblica ha indotto il governo tedesco a commissionare al Childhood Cancer Registry della University of Mainz uno studio caso-controllo per valutare l’incidenza del cancro intorno alle 16 centrali nucleari commerciali allora in attività: il Kikk study. “I risultati di questo studio di autorevoli epidemiologi – continua Iacona – hanno messo in evidenza un aumento statisticamente significativo dell’incidenza dei casi di leucemia nei bambini che vivevano entro un raggio di pochi chilometri da una centrale nucleare: 3,4 volte in più rispetto alle zone distanti dalle centrali”.

Le telecamere di RaiTre mostreranno da vicino i grandi depositi di riprocessamento e di stoccaggio delle scorie in Germania, Francia e in Inghilterra. Ed è proprio sui depositi che in Italia si giocherà una partita importante. “Sul nucleare la verità – conclude Iacona – è che il nostro governo è in confusione. D’altronde: la Sogin, la società che dovrebbe gestire gli impianti nucleari, è commissariata; ancora dopo un anno non è ancora partita l’Agenzia nazionale per la radioprotezione, fondamentale, perché è l’organo indipendente che dovrebbe vigilare sulla sicurezza del nucleare in Italia; E poi il ministro per lo Sviluppo economico, colui che dovrebbe dirci i vantaggi e gli svantaggi economici per i contribuenti, chi l’ha visto ancora?”.

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