Farefuturo fa la sua scelta. Santoro è meglio di Minzolini e Paragone. “Picchia, quando c’è da picchiare, ma senza guardare in faccia nessuno. E’ di sinistra ma non è proprietà della sinistra. Gli altri sono di centrodestra e obbediscono al centrodestra. Santoro è un battitore libero, non un sicario prezzolato. E in questa stagione rabbiosa della nostra vita politica, non è una differenza da poco. Volenti o nolenti, quindi, noi dobbiamo tifare Santoro. Ci costringono proprio loro, i Minzolini e i Paragone. E noi ci adeguiamo”. Il conduttore di Annozero si guadagna l’endorsement dei finiani sui talk show tv della Rai.
“Giovedì sera torna in tv Michele Santoro. E Santoro, per essere chiari, è migliore di molti altri giornalisti che in questo periodo fanno il bello e il cattivo tempo sulla nostra televisione di Stato”, si legge nell’editoriale di Domenico Naso su Ffwebmagazine, il periodico online della Fondazione Farefuturo. “Santoro è di sinistra ma non fa un programma dettato dalla sinistra politica italiana. Minzolini o Paragone, giusto per fare due esempi, si comportano in maniera molto diversa. Hanno le loro idee politiche, ed è normale che sia così, ma aggiungono il carico del legame organico con il padrone unico. Il loro modo di fare giornalismo spesso sfocia nella propaganda, nella velina di regime, in un prodotto giornalistico confezionato ad arte per far felice il referente politico di turno che spesso è sempre il solito”.
A titolo di esempio, Ffwebmagazine cita l’ultima puntata de L’ultima parola: “Il plotone di esecuzione contro Gianfranco Fini era stato organizzato alla perfezione. C’era Feltri. C’era Sgarbi. C’erano servizi filmati impacchettati con dovizia. C’erano anche discutibili sondaggi bulgari. Per il presidente della Camera, insomma, non c’era via di scampo. Paragone & co., però, volevano proprio esagerare: volevano parlare (malissimo) di Fini senza contraddittorio, senza una voce diversa da quella imposta dal referente politico. Il finiano? Anche no, potrebbe danneggiare il delitto perfetto”. La conclusione dell’editoriale è netta: “E allora sì, molto meglio Santoro. Almeno sai cosa guardi, te lo dice lui per primo, senza fingere una terzietà di facciata. Ma tra i berluscones della Rai, professionisti che rischiano di gettare alle ortiche un’onorata carriera, e Santoro, il meno fazioso è proprio lui”.