Prima le voci insistenti, poi la conferma. Sarà un cda straordinario a decidere domani le sorti dell’amministratore delegato di Unicredit, Alessandro Profumo. Le attese della vigilia sono rivolte ad un cambio della guardia ritenuto da molti ormai inevitabile. Diversi azionisti avrebbero ormai apertamente chiesto un avvicendamento alla guida della banca di Piazza Cordusio e diversi consiglieri sarebbero pronti a sostenere una eventuale sfiducia in cda. Profumo però non commenta.

Oltre alla mancata comunicazione dei movimenti dei soci libici, ad Alessandro Profumo sarebbero imputati soprattutto i risultati economici al di sotto delle attese e la perdita di valore del titolo. Due fattori che stanno svalutando nel tempo gli investimenti fatti. Le tensioni erano gia’ emerse nei mesi scorsi a causa della salita dei libici nell’azionariato della banca e, in particolare, le modalita’ con cui l’ingresso degli azionisti nordafricani e’ stata gestita dall’Ad. Infatti, Rampl non era stato avvisato dello sfondamento della quota rilevante del 2% da parte della Lybian investment authority, avvenuta a cavallo tra luglio e agosto, cosi’ come del successivo arrotondamento al 2,58%. In mano ai soci di Tripoli c’e’ a oggi il 7,5% di Unicredit.

In questo contesto, sarebbero già in corso contatti e consultazioni per arrivare ad un candidato forte da sostenere per l’avvicendamento sulla poltrona dell’Ad, anche se la strada  più percorribile sembra quella di una soluzione di transizione, con il passaggio delle deleghe al presidente Dieter Rampl.

I nomi che circolano in queste ore per il posto di Ad sono da Gianpiero Auletta Armenise (già alla guida di Ubi Banca) a Matteo Arpe, ex numero uno di Capitalia ora a Banca Profilo, da Fabio Gallia, a Claudio Costamagna.

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