Ormai non esistono più garanzie di sicurezza per chi non è sottomesso alla cricca criminale che senza soluzioni di continuità comprende i vecchi e nuovi associati delle mafie e soprattutto i potenti d’ogni parte e partito che in vario modo gestiscono istituzioni di ogni ordine e grado dalla presidenza della repubblica ai più piccoli comuni ed enti.
Le ultime notizie anche per il solo fatto che siano alla ribalta delle cronache evidenziano una infima articolazione di ricatti e dispetti fra delinquenti e ribaldi che si scontrano solo per questioni di prepotenze reciproche e ambizioni contrapposte senza alcun interesse a salvare almeno la decenza e l’apparenza nel contrattare fra casa di Fini e lodo di Berlusconi.
Impressiona e sconcerta il fatto che anche nelle aule di giurisprudenza e negli atti dei giuristi si faccia farisaicamente finta che qui ed ora ci sia solo da disquisire sul comma e sulla nota quando in realtà sono massacrati quotidianamente patria e diritto da lestofanti senza scrupoli né titoli neppure eletti ma scelti dai capibanda impuniti e impassibili delle varie congreghe.
L’allarme spinge alle armi come sembra indicare questo lemma che suona ahimè vano di fronte ad una popolazione di ignavi orgogliosamente digiuni di cultura civica e deviati verso attività che speculano su vizi umani come alcol e fumo e attività venatorie e sfrenati autoveicoli ed illeciti traffici di droghe ed armi e speculazioni edilizie e rifiuti tossici in uno stolido vortice infernale.
Puntuale il Fatto Quotidiano ci informa.
Negli ultimi giorni il ministro Angelino Alfano e Italo Bocchino, sul versante politico, e Niccolò Ghedini e Giulia Bongiorno, sul versante tecnico, avevano avviato colloqui e approfondimenti per definire un’intesa per mettere al riparo Berlusconi Silvio dalle vicende giudiziarie cui è interessato. Secondo i finiani, a fronte della loro disponibilità ad armonizzare i rapporti all’interno del centrodestra, si è registrata un’escalation della campagna mediatica contro il presidente della Camera Fini Gianfranco da parte della stampa vicina al presidente del Consiglio. E in ambienti vicini a Fini – riferiscono fonti di Fli – si sarebbe venuti in possesso di ”elementi che evidenziano una vera e propria attività di dossieraggio, con utilizzo di ingenti risorse di denaro in Italia e all’estero al fine di produrre e diffondere documentazione falsa”.
Non a caso, oggi il finiano Carmelo Briguglio, componente del Copasir, ha chiesto al presidente Massimo D’Alema che il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica ”assuma una decisa iniziativa in relazione alla pubblicazione di atti di dubbia autenticità, se non addirittura falsi, formalmente intestati ad autorità di Stati stranieri, con lo scopo di alimentare la campagna scandalistica contro la terza carica dello Stato italiano”. Secondo Briguglio, bisogna fare approfondimenti “sulla possibile partecipazione a questa azione di dossieraggio di pezzi di servizi deviati” ed è “una gravissima anomalia che tali atti siano pubblicati e utilizzati con grande evidenza dal quotidiano di famiglia del presidente del Consiglio per alimentare un’incessante campagna scandalistica ai danni del presidente di un ramo del Parlamento”.
Se questa campagna non cessa, riferiscono le fonti finiane, Fli non è disponibile a discutere di scudi di nessun tipo.
Se ciò non basta per capire e reagire di fronte ai signori qui nominati nessuno escluso o è malafede o è demenza!