Verde ossessivamente verde. Simboli leghisti, tanti e ovunque. Poi quella strafottenza nel ripetere che lui ha vinto e lui può decidere. Breve riassunto delle immagini che caratterizzano la vicenda di Adro. Iniziata con il “non paghi non mangi” alla mensa scolastica, proseguita con lo “scandalo” di quel gesto di generosità fatto da un imprenditore (elettore Pdl) che oltre a decidere di versare 10 mila euro per colmare le rate insolute aveva scritto una lettera in cui ammoniva: “Attenzione che qui si sta spostando l’asticella”.Una premonizione forse di ciò che sarebbe accaduto solo cinque mesi dopo. Quando il sindaco ha deciso di marchiare una scuola pubblica italiana con la simbologia del suo partito. Una grande festa l’inaugurazione. La banda, il parroco, la benedizione anche del ministro Gelmini (che il giorno seguente ha definito folklore la decisione del primo cittadino) tutto normale tanto che nessuna agenzia di stampa, quello stesso giorno, ha informato che nel profondo Nord era in corso il primo atto di effettiva secessione. Il luogo deputato alla crescita civile oltre che culturale trasformato in una grande casa della Lega. Una scuola “federalista” visibile anche dal cielo grazie l’enorme Sole delle Alpi dipinto sul tetto. Era troppo grave quello che stava accadendo per tacere. Non era folklore ma una prima prova di forza di chi sa di essere il vincitore padre-padrone con il consenso anche di chi, forse per paura, preferisce voltarsi dall’altra parte. Già perché la Lega fa paura. Perché Umberto Bossi può permettersi di rivolgersi con gestacci a chiunque. Imprecare contro tutti dalla Chiesa, al Presidente, alla politica e certamente pure contro i giornalisti. Tutti tacciono.
La Lega fa paura perché non ha alcun freno inibitore e per averne prova basta andare ad uno dei loro raduni. Ma quello che ha fatto il sindaco di Adro precorre i tempi. Lui con la sua arroganza da vincitore (60 per cento di preferenze) ha tentato di imporre la legge del più forte sulla legge dei diritti costituzionali. Noi de “Il Fatto Quotidiano” non abbiamo taciuto. Dal sito Il Fatto Quotidiano.it è partita la raccolta firme per pretendere la cancellazione di quei simboli nella scuola e nel frattempo abbiamo dimostrato, al contrario di quanto andava dicendo il sindaco, che il Sole delle Alpi è di proprietà della Lega (registrato dal Carroccio nel 1998). Non ha certamente avuto paura Padellaro a titolare “Vergogna padana” un editoriale in cui, rivolgendosi al Presidente Napolitano, poneva la domanda sul rispetto dell’articolo 5 della Costituzione (La Repubblica è una e indivisibile). Poi, nel giorno in cui il ministro Gelmini, ha “chiesto” (non imposto) di togliere i loghi leghisti dalla scuola ha offerto ai nostri lettori l’editoriale “La Forza della gente”. La vera battaglia di Adro è questa ma dobbiamo proseguire.
Perché le istituzioni tacciono fanno finta di niente non pretendendo la rimozione di tutti quei simboli che rimangono al loro posto come fossero il guanto della sfida per dimostrare chi è il più forte.
Ma di mezzo ci sono i bambini e con loro non si scherza.
Facciamo in modo che vengano rispettati.