Comunicato preliminare
Vuoi partecipare all’organizzazione della festa multimediale via web, sulle ecotecnologie folli, organizzata in contemporanea da Fuori Orario di Reggio Emilia e Alcatraz? Domenica sera, ore 18 web video chat assemblea per proposte e gemellaggi. Sintonizzati su questo sito.
(Per saperne di più sul progetto clicca qui).
Leggo vari commenti come quello di Umberto: “…realtà come il Movimento della Decrescita Felice rappresentano la parte a reddito più alto dell’Italia ‘alternativa’ (diciamo il 5-10% della popolazione?). L’Italia vera sta sotto e, credimi, pensa più al posto di lavoro, alla casa e alle spese per l’istruzione dei figli che non alle energie alternative o ai prodotti biologici”.
Sull’evidenza che le persone che si trovano in condizioni economiche drammatiche pensino poco all’ambiente non ci piove.
Ma questo aggiunge danno al danno.
E dovrebbe essere terreno centrale di iniziativa politica.
La situazione difficilissima di molte famiglie impedisce loro di vedere le opportunita’ e così si produce un ulteriore danno economico a chi già non riesce ad arrivare a fine mese.
Infatti proprio chi non ha soldi potrebbe ottenere grandi vantaggi economici immediati.
Ad esempio potrebbe non pagare più un soldo di elettricità, dimezzare le spese di riscaldamento della casa e dell’acqua, ridurre del 25% i costi idrici.
Parliamo di una spesa annuale considerevole, grossomodo l’equivalente di un mese di stipendio.
E, scusate, ma non vedo proprio all’orizzonte un altro modo per ottenere (subito) simili risultati economici.
Qualcuno è convinto che se la lotta fosse più dura B. concederebbe un bonus consistente alle famiglie in difficoltà? Oppure strapazzandolo per bene potremmo ottenere da lui quel famoso milione di posti di lavoro?
E tanto per non parlare a vanvera vorrei entrare nel dettaglio sul come ottenere questa tredicesima extra.
Da più di dieci anni proponiamo alla sinistra, ai sindacati, alla Coop, ai missionari e anche ai reazionari di lanciare una grande piano per il teleriscaldamento.
Grazie alla legge Prodi oggi possiamo ridurre verticalmente i costi di questi impianti adottando caldaie a biomasse, centralizzate, che producono contemporaneamente elettricità e calore e per questo sono finanziate al 100% in quanto risorsa energetica da fonti rinnovabili. E nel finanziamento sono calcolati anche il 100% degli interessi sui soldi che la banca anticipa per realizzare l’impianto.
Queste caldaie potrebbero essere alimentate con tutti i rifiuti organici. Sfalci dei prati, scarti di aziende alimentari, liquami, potrebbero fornire la materia prima per riempire grandi silos sigillati. Qui in assenza di aria si sviluppano batteri golosi che si mangiano tutto e scoreggiano poi a più non posso, producendo delizioso gas combustibile che può alimentare un motore che produce energia elettrica. Si produce anche calore, bruciando il gas, e questo viene utilizzato per scaldare l’acqua che poi porta il calore nelle case, fino ai caloriferi.
Son cose che nel resto d’Europa si fanno da decenni, lo so che è difficile crederci ma non è fantascienza utopica. E’ idiozia tipicamente italiana non farlo.
I sistemi di teleriscaldamento inoltre permettono di reperire il denaro iniziale dell’investimento con un prefinanziamento dei risparmi futuri (sistema Esco, risparmio per conto di terzi). Quindi quel che serve per dotare di teleriscaldamento un quartiere disagiato è la volontà politica. Un comune potrebbe realizzarlo domani mattina, basta volerlo.
Quindi, ripeto, un comune può realizzare un impianto a costo zero. Lo ripeto perché questo concetto risulta spesso incomprensibile.
E non è un sogno utopico: il gruppo di ingegneri di Maurizio Fauri, professore all’Universita’ di Trento, con il quale collaboro, ha già realizzato impianti ad Asiago, Pergine Valsugana, Coredo e ne stanno costruendo a Tione e Gardone Val Trompia.
Laddove non sia possibile per qualche motivo realizzare un sistema di teleriscaldamento si potrebbe ottenere un risultato analogo creando una rete di microgeneratori a gas che producono calore e elettricità contemporaneamente. Anche qui, consociando piccoli gruppi, si otterrebbero riduzioni notevoli della bolletta energetica.
La Volkswagen sta realizzando un progetto simile che darà energia gratis a 100 mila famiglie di Amburgo. Secondo me se Bersani ci parla lo fanno anche in Italia.
La legge Prodi sui pannelli fotovoltaici, permette poi a una famiglia di installare un impianto che si ripaga totalmente (e avanza anche qualcosa). Noi proponiamo dal 2007 questa formula, non solo teoricamente, abbiamo costituito un gruppo d’acquisto e con la collaborazione di ingegneri e installatori di nostra fiducia e la possibilità del finanziamento di Banca Etica, abbiamo realizzato più di 200 impianti in tutt’Italia. Quindi non stiamo parlando di sogni ma di fatti.
Oggi sono circa 40mila le famiglie italiane che pagano meno l’energia elettrica grazie al finanziamento dello Stato che copre al 100% il costo dell’impianto fotovoltaico.
Avrebbero potuto essere molte di più se i partiti di sinistra e i sindacati avessero costruito quello che si è realizzato in Germania, cioè un supporto di informazione e sostegno pratico per rendere possibile proprio alle famiglie in difficoltà di dotarsi di un impianto di autoproduzione elettrica e azzerare la bolletta.
E questo riguarda anche chi non ha una casa di proprietà. Ci sono a questo proposito esempi anche in Italia: alcuni comuni, come Peccioli, in Toscana, e il suo sindaco, il grande Silvano Crecchi del Pd, hanno creato impianti fotovoltaici collettivi.
La struttura del finanziamento però consente di andare oltre e di costruire cooperative che diano lavoro a gruppi di disoccupati che finanziano la loro quota parte di impianto assemblando i pannelli. Cioè questo finanziamento sarebbe l’occasione anche per aiutare i disoccupati a riqualificarsi e crearsi un lavoro.
Non si è fatto proprio perché non si è capita la potenzialità delle ecotecnologie.
Gli stessi che hanno approvato le leggi sulle fonti rinnovabili in Parlamento poi non le hanno sostenute.
Anche qui sto dicendo che è possibile, non che è facile, servirebbe una campagna di informazione, corsi di formazione (che sarebbero finanziabili con i fondi europei), un servizio di consulenza, tutte cose che partiti e sindacati avrebbero il dovere etico di promuovere.
Ma non ci si pensa, non si comprendono le potenzialità. Alla fin fine non si ha nessuna stima per i disoccupati, si rinuncia a priori alla possibilità che essi hanno di far fare un salto di qualità alla loro vita, di inventarsi un’attività professionale nuova.
Si pensa che i disoccupati non abbiano capacità e che siano comunque destinati a restare tali e quindi possano solo lottare per ottenere aiuti pubblici. E oltretutto non mi sembra che su questa via si stiano ottenendo sostanziali successi… (vedi il discorso fatto nell’articolo sul microcredito).
Una notevole fetta di italiani sta vivendo sulla propria pelle una situazione insostenibile, che causa disperazione e dolore.
Ma partiti e sindacati parlano solo d’altro.
Lo ripeto: Non si agisce in questa direzione perché non si è capita la potenzialità delle ecotecnologie.
E vorrei infine notare che questa è solo una parte del discorso… Un altro pezzo, quello dei vantaggi economici che offrono i gruppi d’acquisto e la consociazione dei servizi, l’ho affrontato nella mia lettera a Epifani, segretario della Cgil.
Andrebbe poi aggiunto che l’ecologia in generale interessa più i poveri che i ricchi che nel fine settimana se ne vanno in montagna a respirare aria buona.
L’ecologia è essenziale per la qualità della vita, e non solo perché i boschi sono più poetici del cemento.
NB: Il commento citato in testa l’ho trovato sotto l’articolo di Michele Dotti su questo blog che rispondeva a Maurizio Pallante sulla proposta di un partito dell’onestà e del buon senso. Per inciso si tratta di una discussione molto importante. Sapremo unirci e superare le diversità formali? Io spero di sì.
PS: Ho scritto una nuova avventura di Toni Barra, investigatore privato al servizio del Sindacato Metalmeccanici. Si intitola: “A volte gli escrementi volano alti. Ma prima o poi ricadono per via che non hanno le ali”. Lo trovi qui.