Per parlare di musica, non c’è bisogno di esserne esperti, basta farlo col cuore, senza pensare troppo alla costruzione delle parole, ma cercando di raccontare la propria emozione.
Questo l’ho sempre pensato prima di ogni trasmissione e, negli anni, ho avuto la fortuna di partecipare a quelle di molti ascoltatori che attraverso mail e sms me lo hanno comunicato in diretta. E’ una delle grandi fortune che questo lavoro regala.
Oggi, su questo blog, vorrei condividere con voi l’ultima, ringraziando Massimo di Bassano del Grappa.
Ho dovuto aspettare 48 anni per assistere ad un concerto nell’arena di Verona. Il 26/09/10 ho realizzato queso sogno.
E quale occasione migliore dell’ultimo tour di Peter Gabriel.
L’ultimo disco, sono sincero, non l’ho comprato e ho avuto modo di ascoltarlo poco via radio. Non mi è entrato nel cuore, ma sicuramente è un disco che necessita di molti ascolti.
Ieri sera ho comunque capito che quest’ultima idea di Peter Gabriel va ascoltata dal vivo e l’Arena di Verona è senza ombra di dubbio il luogo ideale.
Acustica eccezionale, atmosfera, orchestra, la voce di Peter, la luna quasi piena…..
Il concerto era suddiviso in due parti.
La prima parte dedicata al nuovo disco senza interruzioni. Prima canzone Heroes, poi una marea di emozioni, the Book of Love etc
La seconda parte dedicata ai vecchi classici che meglio si prestavano all’evento e all’atmosfera della serata. Ha iniziato con San Jacinto, Digging in the Dirt, proseguito con Mercy Street … Come al solito è stato capace di riprendere il repertorio amato dai fans e con l’aiuto di uno staff eccezionale gli ha dato nuova vita, un vestito nuovo.
Il primo grande acuto arriva con Secret World: il pezzo già esplosivo nella versione rock, ha fatto accapponare la pelle a tutti quando nel finale l’orchestra è salita è salita è salita e il pubblico alla fine non ha potuto far altro che alzarsi in piedi (ovazione generale) e spellarsi le mani.
E’ seguita una fase più tranquilla ma altamente emozionante (Upside down, Darkness, In the blood of heaven …).
E verso mezzanotte il tripudio: Solsbury Hill. Tutti in piedi, un arrangiamento bellissimo, Peter che salta come un ragazzino, l’orchestra al massimo. Ma non c’è tempo per rilassarsi: seguono In your eyes, Don’t give up (grande il contributo della corista norvegese Anne Bron, che bella voce).
La serata è finita con Nest, un pezzo rilassato come ha detto a tutti Peter.
Il pubblico non voleva abbandonare l’arena. Peter prima che finisse il concerto ha ringraziato tutti per la bellissima serata che la platea gli ha regalato.
Durante il concerto Peter si è rivolto più volte al pubblico in un più che dignitoso italiano ed ogni volta ha toccato l’animo di tutti con le sue spiegazioni o i suoi messaggi.
Insomma una serata magica, di quelle che ti dà energia per il resto della settimana. Il concerto avrebbe dovuto iniziare alle 20, è iniziato alle 21: prima dell’inizio il pubblico era stanco di aspettare, sono piovuti fischi; ma alla fine nessuno più ricordava la lunga attesa, ognuno è uscito fuori dall’arena felice di poter dire: io c’ero.
W la musica, W Peter Gabriel