La commissione per il Controllo dei Bilanci del Parlamento, presieduta da Luigi de Magistris, sospetta appalti poco chiari e fondi pubblici usati per spese personali
C’è del marcio all’Accademia Europea di Polizia, la Cepol. Irregolarità e spese pazze ingiustificate. Il Parlamento europeo sospetta appalti poco chiari, fondi pubblici usati per fini personali e una discutibile gestione dell’organico. Anomalie non da poco che hanno spinto la commissione per il Controllo dei Bilanci del Parlamento, presieduta da Luigi de Magistris, a bocciare il bilancio 2008 della Cepol. Lo scorso maggio, il Parlamento aveva rinviato l’approvazione dei conti della Accademia Europea di Polizia chiedendo al nuovo direttore, Ferenc Bánfi, di fare chiarezza prima del “discarico” – cioè del via libera alla gestione del bilancio. Ma così non è stato.
E’ la prima volta che i conti di una delle 23 agenzie Ue non vengono approvati dal Parlamento. Unico precedente, il rifiuto di votare il bilancio della Commissione Santer nel 1999 per corruzione. La bocciatura portò alle dimissioni dell’intera Commissione.
L’agenzia Cepol, con sede a Bramshill vicino a Londra, è stata istituita nel 2001 con lo scopo di creare un network tra gli ufficiali di polizia di tutta Europa per incoraggiare la cooperazione transfrontaliera e un costruttivo scambio di esperienze tra le forze dell’ordine nella lotta al crimine organizzato e per la sicurezza sociale. Per la sua attività, l’accademia organizza circa 100 corsi formativi all’anno grazie ad un bilancio di 7,5 milioni di euro.
Nella relazione che ha accompagnato il voto della commissione si parla di fondi pubblici usati a scopo personale: circa 3mila euro di taxi in un anno per le corse all’aeroporto; 4mila euro di fatture telefoniche mobili addebitate e millequattrocento euro per l’uso di auto d’azienda per scopi privati (da aprile a dicembre 2007). La relazione denuncia inoltre l’acquisto di mobili di casa da parte di alcuni con 8mila euro di fatture in 8 mesi. Una faccenda sulla quale sta cercando di fare luce l’Ufficio europeo di lotta antifrode (Olaf) con un’inchiesta aperta in seguito all’allarme lanciato dalla Corte dei Conti europea già nel 2006.
Sotto la lente degli investigatori Ue anche le gravi irregolarità nell’organizzazione dei corsi di formazione dell’Accademia (64% del bilancio totale): assenza di attestati di partecipazione, niente fatture sui costi sostenuti e nessun documento per il rimborso delle spese viaggi. Poca chiarezza anche nelle norme sugli appalti e nei contratti di forniture pubbliche, con una gestione finanziaria delle gare alquanto “creativa”.
Paradossale, poi, la gestione del personale dell’Accademia dove a fronte di un consiglio di amministrazione composto da 27 membri risultano solo 23 persone assunte. A questo va aggiunto che i dossier più delicati del controllo finanziario dell’agenzia sono affidati a personale interinale, con i relativi rischi di sicurezza e fuga di notizie. Difficile immaginare, infine, come avvengano le assunzioni dello stesso personale, visto che è stata pubblicata una sola offerta di lavoro in tutto il 2009.
Il nuovo Direttore generale Cepol, Ferenc Bánfi, aveva cercato di salvare il salvabile, presentando alla commissione controllo sui bilanci un piano d’azione per monitorare il bilancio dell’Accademia e migliorare il controllo interno. Purtroppo questo piano d’azione comincerà a vedere i primi frutti non prima di 4 anni. Un’attesa inaccettabile secondo Luigi de Magistris, presidente della commissione parlamentare: “Il Parlamento non può aspettare così tanto per raggiungere un livello di buona amministrazione”.