Procedura di infrazione contro la Francia per violazione della direttiva comunitaria sulla libertà di circolazione all’interno dei confini europei. Lo ha deciso la commissione europea che si è espressa contro le decisioni dell’Eliseo sulle espulsioni dei Rom. Evitato, invece, ogni esplicito riferimento alla violazione alla Direttiva anti discriminazione, un’accusa che sarebbe stata troppo dura da digerire per il Governo Sarkozy. Parigi ha tempo fino al 15 ottobre per rispondere alla domande inviate da Bruxelles che riguardano lo stato di recepimento della direttiva sulla libera circolazione.

Nel frattempo, la Commissione esaminerà attentamente il livello di attuazione della normativa anche negli altri Paesi UE per valutare l’eventualità di “altre procedure di infrazione e inviare altre lettere di avviso”. Il portavoce della Commissione non ha fatto nomi, ma a qualcuno in Italia sono fischiate le orecchie, visti gli attestati di solidarietà del nostro governo a quello francese.

A far precipitare la situazione d’Oltralpe sono state le false assicurazioni fornite dai ministri all’immigrazione e agli Interni, Eric Besson e Pierre Lellouche, giurato di non aver concentrato le espulsioni dei cittadini rom nei mesi scorsi. Si tratta della famigerata circolare ministeriale emanata dal Governo francese lo scorso 5 agosto in cui si faceva esplicito riferimento alle comunità Rom nei provvedimenti di espulsione. Circolare che poi è stata goffamente ritirata il 13 settembre, prima dell’incontro ufficiale con i Commissari di Bruxelles il 22.

I commissari Viviane Reeding (Libertà civili e Affari sociali), Cecilia Malmstrom (Affari Interni) e László Andor (Lavoro e Inclusione) hanno ricordato che per il periodo 2007-2013 la Commissione ha stanziato ben 17,5 miliardi di euro per progetti di inclusione dei Rom, il 27% del totale bilancio del Fondo sociale europeo. Sono già 12 gli stati che utilizzano questi fondi, tra cui l’Italia. Gli altri sono Bulgaria, Repubblica Ceca, Spagna, Slovacchia, Finlandia, Grecia, Ungheria, Irlanda, Polonia, Romania e Slovenia.
Inoltre, quasi in coincidenza con la votazione della risoluzione congiunta “sulla situazione dei Rom e la libertà di circolazione nell’Unione europea” del 9 settembre, la Commissione ha lanciato una “Roma task Force” per valutare come gli stati membri usano i fondi comunitari per l’inclusione dei Rom, visti i molti sospetti di mala gestione. I primi risultati di questa task force saranno disponibili entro fine anno e, nel caso di spreco e spesa non efficace, verranno congelati e i beneficiari costretti a restituirli a Bruxelles.
Sempre attiva la Piattaforma UE per l’integrazione formata nel settembre 2008 a Bruxelles che riunisce esponenti degli stati membri, istituzioni europee, organizzazioni internazionali e rappresentati delle comunità Rom. Dieci i principi fondamentali della piattaforma, tra cui la non discriminazione, il coinvolgimento degli enti regionali e locali e la partecipazione attiva dei Rom.

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