Fino a questo punto, per esigenze di sintesi, abbiamo inteso il mondo narrativo come una dimensione che contiene, al contempo, i personaggi e l’ambiente che fanno da attori e da teatro di una determinata storia.
E’ ora giunto il momento di fare una distinzione. Un mondo narrativo si presenta sempre doppio, come le due facce di una moneta, e l’elemento di congiunzione tra le due parti è il personaggio. In altre parole un mondo narrativo si divide sempre in un mondo esterno al personaggio e in un mondo interno al personaggio stesso.
Il mondo esterno è appunto l’ambiente (fisico, sociale, culturale, politico, economico, artistico…) in cui i personaggi si muovono e interagiscono, il quale, a sua volta, può ulteriormente suddividersi in due sottocategorie:
- il sovramondo
- i sottomondi.
Per comprendere che cosa s’intenda con questi termini, è sufficiente considerare che nel suo complesso ogni grande collettività è simile a un enorme insieme composto da numerosi sottoinsiemi. E’ cioè una sorta di sovramondo contenente al suo interno una serie di sottomondi che ne riproducono in scala – anche se in maniera non meccanica – l’intera struttura. I meccanismi di aggregazione che funzionano per una società in generale sono attivi, in forme “specializzate”, anche in ogni gruppo in essa compreso che tenda a organizzarsi come una comunità. Una classe sociale, un ambiente di lavoro, una setta religiosa, una corrente artistica, un partito politico, una corporazione professionale, un gruppo di amici, una famiglia sono tutti esempi di sottomondi (reali e narrativi) che si formano e si sviluppano sulla base dei sette elementi generatori a cui abbiamo accennato nel post precedente (topos, epos, ethos, telos, logos, genos, chronos).
Stringendo ancor di più la prospettiva, si arriva infine al mondo interno al personaggio, cioè appunto alla sua interiorità, personalità, psicologia. Tutto ciò che è vero per il contesto in cui un eroe (letterario, cinematografico, ecc.) si muove è altrettanto vero per la fisicità e l’interiorità dell’eroe medesimo. Ogni individuo, esattamente come ciò che lo circonda, ha un topos, un epos, un ethos, un telos, un logos, un genos e un chronos, coincidenti o in conflitto con quelli dell’ambiente in cui vive. Si tratta di dimensioni spesso psichiche ma non per questo meno “obiettive”, descrivibili e “oggettivabili” da parte del narratore.
Di conseguenza anche il personaggio, al pari dell’ambiente, può essere considerato come un mondo narrativo.
I rapporti tra mondo esterno (sovramondo + sottomondi) e mondo interno si possono efficacemente rappresentare attraverso una serie di cerchi concentrici: se nella teoria narrativa è infatti possibile generare ambiente e personaggio separatamente l’uno dall’altro, nella pratica di una narrazione essi tornano sempre a influenzarsi e a modificarsi a vicenda.
Sovramondo
(Società, Stato, Nazione, Continente, Natura, Pianeta…)
contiene
Sottomondi
(ambienti professionali, scientifici, artistici, politici, affettivi…)
e
Mondo interno
(singola persona)
Proprio come un organismo vivente, il mondo narrativo è fatto di parti diverse che si integrano e dalla cui integrazione dipende la possibilità dell’organismo stesso di rimanere in vita. Nel suo laboratorio, il narratore può costruire ambiente e personaggio in maniera autonoma facendo ricorso a un unico metodo comune (il metodo dei sette elementi generatori), ma nello svolgersi di una narrazione i due mondi si saldano in una continuità di rapporti e in un sistema di relazioni implicite o esplicite che rendono unitario e inscindibile il loro legame.