La Campania sguazza tra i rifiuti, il miracolo di B&B (Bertolaso e Berlusconi) è al crepuscolo. Questa non è solo una storia di spazzatura, ma anche di soldi, troppi e spesi male, di coperture bancarie e società per azioni. L’inceneritore di Acerra è fermo nonostante le rassicurazioni dell’A2a, la società che lo gestisce. Due linee già bloccate, ma lunedì scorso un tour con i giornalisti nel “gioiello tecnologico” di Acerra, come ebbe a definirlo Berlusconi. “In questo momento sta funzionando solo una linea – spiegava Antonio Bonomo, amministratore delegato di Partenope Ambiente, la società del gruppo A2A che ha la gestione dell’impianto per 15 anni, nell’ incontro con la stampa – abbiamo una linea in manutenzione programmata ed un’altra dove sono in corso interventi di miglioramento. Con la linea due, per la quale si è registrato una usura anticipata di una ventina di giorni, pensiamo di ripartire entro fine ottobre, per la tre entro il 20 dicembre. Queste interruzioni sono normali”. Neanche a dirlo è si è fermata anche l’unica linea funzionante, quella 1.
Intanto sul sito dell’osservatorio di Acerra si legge che il 15 settembre c’è stato un incontro. Nella relazione si legge: “Partenope Ambiente ha comunicato che al momento è in funzione la sola Linea 1; le linee 2 e 3 sono in fase di manutenzione; la linea 3 è, altresì, in fase di manutenzione stagionale programmata(…). Gli interventi sono relativi ad indispensabili aggiornamenti impiantistici. Tali interventi non riguardano aspetti ambientali, in quanto i valori medi di emissione sono notevolmente inferiori a quanto previsto dall’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale). Nel contempo, si tratta di interventi impegnativi, sia dal punto di vista tecnico che da quello della tempistica necessaria, che vengono posti in atto insieme al costruttore”.
Interventi impegnativi, detti in altri termini, strutturali.
L’impressione è che Acerra sia un catorcio, i vertici di A2a non vogliono ammetterlo. Ma bisognerebbe recuperare una notizia: l’esito della gara per gestire Acerra dopo la fallimentare esperienza di Impregilo. La prima andò a deserta. Poi il governo Prodi, ormai caduto, nel febbraio 2008 pensò di ripristinare i Cip6 per l’impianto napoletano, gli incentivi che dovrebbe andare alle rinnovabili e vanno nelle tasche di petrolieri e inceneritori. E così l’A2a tornò in scena. “Un provvedimento che giudico un aiuto alla Campania, un contributo – spiegò Bonomo – a sbloccare la situazione. La nostra disponibilità e il nostro interesse rimangono. Altro non dico”.