Stamattina il premier si è presentato al Senato per esporre i suoi punti ai senatori. Durante le repliche, Ciarrapico (Pdl) offende Fini: "Traditore ebreo"
“Abbiamo il dovere di continuare a governare, anche se non è facile. Tante volte verrebbe veramente la voglia di dire: lasciamo agli altri questo sacrificio”. Così ha concluso il suo intervento in Senato il premier Silvio Berlusconi dopo la fiducia di ieri alla Camera grazie con 342 voti favorevoli e l’apporto determinante di Futuro e Libertà.
Con quindici minuti di ritardo rispetto al previsto, forse per via della festa di compleanno di ieri sera con un centinaio di fedelissimi, il capo del governo ha fatto il suo ingresso nell’aula di Palazzo Madama fra gli applausi della maggioranza e i fischi dell’opposizione per poi replicare, in sintesi, il discorso fatto ieri alla Camera. “La Camera ha confermato la fiducia al governo con una maggioranza più ampia e articolata”, ha detto sottolineando l’apporto libero da pressioni di molti deputati: “Ho avuto il consenso di tutti i parlamentari con pochissime eccezioni personali e di diversi altri deputati che hanno liberamente, e dico liberamente, ritenuto di assumersi la responsabilità di costruire con noi la stagione delle riforme”. Già, la stagione delle riforme. Berlusconi sostiene che l’esecutivo andrà avanti fino alla fine, contraddicendo il Ministro dell’Interno e buona parte dei giornali in edicola quest’oggi che danno per certo il voto in primavera. A quel punto potrà diventare una “legislatura costituente” per fare le riforme necessarie. Ha quindi iniziato a illustrare i cinque punti sulle future azioni del governo.
Riforma fiscale – È la “chiave strategica per il paese”, ha detto il premier che prevede una “graduale riduzione delle tasse” per le famiglie e le imprese.
Giustizia – “Resta una delle nostre priorità”, ha affermato. Vuole attuare la riforma della giustizia civile e penale intervenendo sul Csm con una riforma costituzionale, e quindi conseguire la separazione delle carriere tra giudici e procuratori. “Inoltre, va rafforzata la normativa sulla responsabilità dei magistrati che sbagliano”, ha aggiunto. Avanti anche con la legge “scudo” “all’esame del Parlamento per la tutela delle alte cariche dello Stato”. Sulla lentezza dei processi, Berlusconi dice: “È una piaga. Il Governo presenterà a breve un piano straordinario per lo smaltimento delle cause civili pendenti”.
Sull’uso politico della giustizia, in risposta all’intervento di Bruno Tabacci di ieri, il premier ha sostenuto che “continua ad essere un elemento di squilibrio tra ordini e poteri dello Stato – ha ribadito Berlusconi -. Guardavo alla mia diretta esperienza in politica, ma possiamo ben dire negli ultimi 18 anni questo equilibrio è stato in troppi casi alterato”.
Sicurezza – “Mai nella storia della Repubblica sono stati assestati così tanti colpi alla mafia e alla criminalità organizzata. Sono stati sequestrati beni per 16 miliardi”, ha detto rivendicando i risultati ottenuti da Roberto Maroni e Angelino Alfano. Poi è passato a parlare del contrasto all’immigrazione clandestina: “Gli sbarchi sono scesi dai 29mila del 2008-2009 ai 3500 odierni”. Un punto a cui ha fatto accenno è l’aumento del numero dei militari impegnati nell’operazione “Strade sicure”.
Infrastrutture nel Mezzogiorno – Dopo le critiche e le precisazioni nate dalle sue dichiarazioni di ieri sul completamento della Salerno-Reggio Calabria, Berlusconi ha confermato la sua conclusione nel 2013. “È una ferita aperta, un punto sanguinante, ereditato in stato di scandaloso abbandono, per il quale si sta lavorando da anni”.
“Cinque anni per costruire, cinque minuti per distruggere – ha detto parlando del ponte sullo Stretto di Messina – I lavori sono già iniziati”. Di fronte ai fischi dell’opposizione, Berlusconi ha replicato: “Avevamo evitato l’appalto alle grandi imprese straniere, con l’intervento del governo, perché questa potesse essere l’opera dell’orgoglio italiano, ma con l’intervento del governo della sinistra il piano è stato accantonato. In cinque minuti il governo della sinistra ha accantonato il progetto”.
Economia – Berlusconi ha ancora sottolineato i risultati “positivi” del governo in un contesto caratterizzato da due crisi finanziarie: “Abbiamo lasciato il picco alle nostre spalle, ma la crisi non è ancora superata, come mostrano anche in questi giorni lo sciopero generale in Spagna, le difficoltà dell’Irlanda e del Portogallo”. Il rischio che l’Italia cada in un’altra crisi per via del debito e della speculazione finanziaria è una delle sue prime preoccupazioni: “Tutte le mattine seguiamo con il cuore in gola le emissioni dei titoli del debito pubblico e siamo stati fortunati che ad agosto, durante le difficoltà della politica, non si sia concentrata l’attenzione della speculazione internazionale”.
Le reazioni -Dure parole del senatore del Pdl Giuseppe Ciarrapico: “I finiani hanno già ordinato le kippah? Perché di questo si tratta”. “Fini ed i finiani torneranno nell’ombra. Andremo a votare e vedremo quanti voti prenderà il transfuga Fini”, ha aggiunto.
”I cinque punti sono carta straccia – ha detto Anna Finocchiaro, capogruppo Pd al Senato – perché da dieci anni Berlusconi prende in giro gli italiani facendo promesse che non mantiene. Ripete le stesse cose da dieci anni ma le tasse sono aumentate come la spesa pubblica, la riforma della Giustizia e ancora quella del 2001 di Castelli, le imprese chiudono e l’unica riforma costituzionale che hanno portato è il lodo Alfano. C’è un distacco con il Paese non più colmabile, loro sono in fallo e il Paese precipita o si organizza da solo”. Ha poi affermato che “la maggioranza non tiene più, loro sono in stallo e il Paese precipita. Il Pd è pronto al voto”.
Invece, per la deputata Pdl Paola Pelino,“Il governo andrà avanti a testa alta e realizzerà le riforme che il Paese e i cittadini si attendono. Un mandato che non tradiremo” perché – ha ribadito– i parlamentari del Pdl sono “ancora più motivati a percorrere la strada intrapresa”. “Mi auguro che l’opposizione, di fronte a un intervento di ampio respiro come quello di Berlusconi, metta da parte pregiudizi e ideologismi che sono solo di ostacolo alla crescita del paese che è la vera scommessa che vuole vincere questo governo”.
Il Pd è “disponibile al confronto” sull’agenda preparata dal governo, ha detto il senatore Pd Felice Casson che ha comunque criticato duramente le politiche in materia di giustizia del governo: ”Il ministro Alfano non dovrebbe fare il segretario del premier ma il ministro della Giustizia. Quanto fatto in materia di giustizia è presto detto: una riformicchia del processo civile che è diventata una bandierina da sventolare mentre la digitalizzazione della giustizia è rimasta a livello sperimentale”. “Si parla da anni di grande riforma della giustizia, governate più o meno ininterrottamente da 8-10 anni e ci venite a dire che le cose non funzionano. Ci vogliono riforme vere per tutti gli italiani e non solo per il presidente del Consiglio o per la cricca”.
“Alla Lega Nord interessa una cosa sola: governare con una maggioranza coesa per realizzare le riforme promesse in campagna elettorale”, ha dichiaratoFederico Bricolo, presidente della Lega Nord al Senato.
Le opere per il sud hanno suscitato le reazioni contrarie dell’opposizione e di parlamentari vicini al centro-destra, come Adriana Poli Bertone. Dal 2008 ad oggi il governo “non ha fatto proprio niente per il Meridione”, ha affermato la senatrice di “Io Sud” annunciando il suo ‘no’ alla difucia ed elencando i tagli dell’esecutivo. “Non appena lei, presidente, verrà qui in Senato ad annunciare tutte le cose che avrà fatto per noi meridionali – ha concluso l’ex sindaco di Lecce – io tornerò a darle il mio voto, ma fino ad allora sarà no”. Per quanto riguarda i lavori del Ponte sullo Stretto, i senatori del Pd Roberto Della Seta e Francesco Ferrante hanno denunciato il pilotaggio degli appalti da parte di un “liberale” come Berlusconi che “ha detto testualmente che l’appalto per i lavori del Ponte sullo Stretto di Messina è stato pilotato per evitare la partecipazione delle imprese straniere. Se questo è vero si tratta di una violazione palese di tutte le norme sulla concorrenza”.