Politica

Enti utili (alla casta)

Vi ricordate gli enti inutili? Aboliti in blocco, disse Tremonti: ricercatori sul marciapiede, la crisi incalza. Ma non per chi fa politica.

Un grazioso episodio uscito fresco fresco dal ministero dell’agricoltura ci può tranquillizzare sul fatto che sì, dottorandi stagionati e neolaureati freschi di alloro possono anche trovarsi senza mezzo euro dopo anni di studio faticoso (e costoso), ma se uno invece è stato furbo quel tantino da farsi gli amici giusti nei palazzi che contano, allora di problemi non ce ne sono proprio a trovare un bell’ente di ricerca pronto a dargli un super stipendio.

Tiziano Zigiotto, per esempio, ha festeggiato alla grandissima il compleanno numero 50: il suo caro amico Giancarlo Galan l’ha formalmente indicato come il prossimo presidente dell’Inea, Istituto nazionale di economia agraria. Dopo tre mandati consecutivi nel gruppo dei fedeli a Galan versione governatore del Veneto, Zigiotto era stato silurato dal successore Luca Zaia nella più classico spoil system. Lui, promotore finanziario per il mitico Programma Italia di Berlusconi e poi titolare di una filiale Banca Mediolanum, fondatore dei primi club Forza Italia nel Veronese, non s’è perso d’animo e dopo qualche mese di paziente attesa è stato premiato: presidente Inea, altroché consigliere regionale.

Ma che fa l’Inea? Basta andare al sito: “Istituito, con personalità giuridica e gestione autonoma, dal Regio Decreto n. 1418 del 10 maggio 1928 allo scopo di eseguire indagini e studi di economia agraria e forestale con particolare riguardo alle necessità della legislazione agraria, dell’amministrazione rurale e delle classi agricole l’INEA ha via via adeguato la sua attività alle esigenze del sistema agroindustriale italiano. E’ stato ricompreso tra gli enti del comparto ricerca dalla Legge n.70/75 ed indicato tra quelli di notevole rilievo. L’INEA svolge attività di ricerca, di rilevazione, analisi e previsione nel campo strutturale e socio-economico del settore agro-industriale, forestale e della pesca. Negli ultimi anni l’attività dell’Istituto si è ampliata nelle attività di supporto alla Pubblica Amministrazione per l’attuazione delle politiche agricole, in primo luogo quelle che discendono dall’Unione Europea. Filoni recenti di attività vedono l’Istituto impegnato su temi riguardanti la valorizzazione delle risorse ambientali e la gestione delle risorse idriche“.

Insomma dall’Inea passa di tutto, dall’acqua al biologico, dai programmi europei agli ogm, con una sede centrale a Roma e altre 20 distribuite in ogni regione italiana. Infatti chi ha in mano l’Inea maneggia in realtà una vera cassaforte, centinaia di contratti, contrattini e consulenze da distribuire su tutto il territorio nazionale per cifre che (secondo le tabelle riportate) variano dai 500 ai 50mila euro a cranio. E se Zigiotto non sa nulla di ricerca scientifica e agricoltura, saprà di certo gestire al meglio il patrimonio che gli hanno messo in mano.

Finita così? No, c’è l’happy end.

Siccome pareva brutto attribuire la poltrona Inea al Pdl e fare così uno sberleffo all’ex titolare del ministero, un posticino è saltato fuori anche per Mario Colombo, leghista doc. Lui dovrà occuparsi dell’Inran, Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione. E anche qui il sito recita orgoglioso: “L’INRAN, Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione, è un ente pubblico di ricerca sottoposto alla vigilanza del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. Denominato Istituto Nazionale della Nutrizione (INN) fino al 1999, l’INRAN è l’unico ente italiano le cui attività di ricerca, formazione e divulgazione sono rivolte allo studio degli alimenti e del loro ruolo nel mantenimento della salute e nella prevenzione del rischio di malattie correlate all’alimentazione“.

Caspita, nel Paese che ha il record di obesità infantile in Europa tornerà di certo utile la competenza di Colombo, attualmente assessore alla cultura per la Provincia di Como ma con una certa esperienza di comunità montane, caccia e pesca. Ha anche una bella laurea in agraria: non proprio medicina, biologia o scienza della nutrizione, ma nessuno è perfetto. Pazienza se poi l’Inran dichiara spese per auto blu da 10mila euro l’anno e stipendi dirigenziali da 90mila euro a testa: sono cifre lorde. Per la ricerca, al netto, non ci sono bandi o avvisi di selezione: l’ultimo fu nel 2007, da allora in poi l’Inran ha voluto solo funzionari amministrativi.