Mai avrei pensato di lanciare un appello disperato rivolto alle coscienze degli abitanti della Lombardia, per scuoterli dal torpore, affinché loro possano decidere se un’associazione antimafia di frontiera come la nostra debba definitivamente cessare di esistere. Ma questa volta non abbiamo scelta, ecco perché voi e solo voi dovete darci delle risposte. Mi ha molto colpito la bella manifestazione di Reggio Calabria, dove in 40.000 spontaneamente sono scesi in strada, raccogliendo l’appello del Quotidiano della Calabria. Mi ha disgustato invece vedere le 5.000 persone ai funerali di Angelo Vassallo, sindaco di Pollica, a fare presenzialismo a un omicidio mafioso, per manifestare la solidarietà, quando invece è stato ammazzato perchè era da solo.
Ho recentemente scritto che i cittadini lombardi non hanno avuto le palle per sfidare la mafia, i sistemi mafiosi e gli uomini di mafia, e vorrei che dopo quanto scriverò, fossi da voi smentito. C’è molto da fare ancora in questa nostra regione devastata dalla ‘ndrangheta, che nella nostra Provincia ha addirittura inquinato la politica locale, dove il boss latitante Vincenzo Mandalari, ha la faccia tosta, di chiedere addirittura, alla procura di Milano il dissequestro dei beni a lui confiscati.
Nella nostra Provincia, alcuni sindaci, hanno scritto al prefetto di Milano per costituire un osservatorio sulla criminalità organizzata, che da il mio punto di vista non serve a niente se non a lavare le loro coscienze disattente e cieche che non vedevano quello che succedeva sul loro territorio. Come il comune di Legnano che ha avuto paura persino di fare un comunicato stampa quando fu arrestato a luglio il capo della Locale, l’ignorante fruttivendolo Vincenzo Rispoli. O la città di Busto Arsizio che ha permesso a un candidato di Gela di fare la propria campagna elettorale nella cittadina suddetta e che ha visto in concomitanza alla sua votazione una migrazione di residenze da Busto Arsizio a Gela. La stessa città di Bollate, che ha permesso per anni e permette ancora di tenere aperta la discarica dove “noi ” abbiamo scaricato rifiuti tossici, dove gli ominicchi mafiosi scaricano la merda da tutta Italia.
Amnesie, dunque. Le stesse della città di Lainate che permette al boss Gaetano Bandiera di tenere aperta una sala giochi, dove nessuno, tranne i compari, va a giocare. Cittadini distratti. Come quelli di Lonate Pozzolo per i quali la mafia non esiste e il vero problema sono gli extracomunitari. E c’è anche il comune di Buccinasco che ci ha preso in giro aderendo alla nostra iniziativa il 22 aprile di questo anno per la distribuzione dei questionari sul racket, sul loro territorio, che non hanno avuto il coraggio di divulgare.
E poi il sindaco di Milano, Letizia Moratti, che per visitare i propri quartieri si deve travestire di notte e permette nel luogo dove viene commemorato ogni anno, il Generale Dalla Chiesa, l’ apertura di un locale dove si gioca d’azzardo, negando una commissione d’inchiesta sulla Mafia. E il vicesindaco, Riccardo De Corato, il “vero” paladino della sicurezza nella città di Milano, che inonda le redazioni della stampa con decine di comunicati al giorno, e che ha fatto cassa con 100.000 euro grazie alla sentenza di condanna di Giovanna Pesco. E, infiene, al prefetto di Milano, Gian Valerio Lombardi, che ha negato l’ esistenza della mafia a Milano.
Noi chiudiamo per questa gente; chiudiamo per l’omertà, chiudiamo per l’ indifferenza e le assenze della politica e della società civile. Ecco perchè dovete decidere voi cittadini di questa terra di Lombardia, se siamo dei condannati a morte, oppure la vostra risposta ci permetterà di continuare a lottare per i più deboli e per gli ultimi, da tutti dimenticati. Mi rivolgo all’ amico Giulio Cavalli, a Carlo Dalla Chiesa, a suo papà Nando, a Pippo Civati, a Salvatore Borsellino, al sindaco di Cesate, Roberto Della Rovere, all’assessore di Senago, Giuseppe Sofo, a Gianni Barbacetto, a Massimo Brugnone, a Jole Garuti, e a tutti coloro che ritengono con questo mio appello, di lanciare pubblicamente in una piazza, la costituzione di un movimento antimafia che raccolga l’eredità dell’ associazione Sos racket e usura, con lo scopo di lavorare nelle strade e nelle piazze, al fianco degli ultimi in questa nostra regione Lombardia. Tutti sono i ben venuti, a una condizione: che ci mettano la faccia e che insieme a noi si espongano pubblicamente, passando dalla politica parolaia a quella del fare e non per raccogliere voti, ma perché credono in quegli ideali per cui sono morti Peppino Impastato, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Angelo Vassallo e molti altri. Quello sarà il momento in cui si farà la conta e dove voi deciderete del nostro futuro.