Sarà credibile il Futuro e Libertà di Gianfranco Fini? A volte è paradossale: Berlusconi confeziona una patacca, ma continuiamo per le riforme. Cosa volete: riforme patacca? A volte è antico: il comitato promotore, il manifesto per l’Italia, i circoli e le sezioni. Cosa volete: una Alleanza nazionale in miniatura, forse meglio l’originale. A volte è ridicolo: noi rispettiamo la magistratura e i processi, ovvio uno scudo giudiziario per B. Cosa volete: sporcarvi le mani facendo finta di averle in tasca. E poi criticano l’informazione di Mediaset e il Tg1 di Augusto Minzolini, un attimo prima cercano di piazzare un vicedirettore a Raiuno, due anni fa partecipavano all’ignobile divisione di torta nel servizio pubblico. E mai un dubbio per il conflitto d’interessi. Sarà tornata la memoria all’improvviso o il senso di disgusto a chi crede nel Futuro e nella Libertà. Ma senza dimenticare il Passato e la Complicità di 15 anni accanto a Forza Italia e al Pdl, in forma assistenziale e nessuna polemica. Sarà cruda (e legittima) la versione che spiega la ribellione di Fini come di un politico ambizioso, e preparato per carità, che sgomita perché il capo supremo ha scelto altri eredi. E sarà pure simpatico Luca Barbareschi, e sarà pure interessante la tattica di Italo Bocchino, il rinascimento paracomunisa di Flavia Perina o l’opposizione quotidiana di Filippo Rossi. Ma per investire nel Futuro e Libertà dei finiani occorre tempo, pazienza e un bel “scurdammoce ‘o passato”.