Avrebbero organizzato la latitanza del boss mafioso Gianni Nicchi (nella foto a sinistra) i due uomini arrestati stamattina dagli agenti della squadra mobile di Palermo e dello Sco di Roma. Sono Francesco Arcuri e Giuseppe Auteri, accusati rispettivamente di associazione mafiosa e di detenzione illegale di armi con l’aggravante di aver favorito cosa nostra. L’ordinanza di fermo di indiziato di delitto è stata emessa dai pm Roberta Buzzolani e Ambrogio Cartosio.
I due arrestati a Palermo sono entrambi fedelissimi del giovane boss (classe 1981) Gianni Nicchi, u’picciutteddu o anche tiramisù, finito in carcere dopo una lunga latitanza a Palermo.
Giovani sono anche i due arrestati. In particolare Arcuri, 29 anni, sarebbe stato il principale anello di collegamento tra gli uomini d’onore e il capomafia di cui avrebbe gestito anche la latitanza. Arcuri secondo gli inquirenti avrebbe anche tenuto i contatti tra Nicchi e gli esponenti mafiosi degli altri mandamenti. Auteri, 35 anni, era il braccio destro di Arcuri.
”Il gruppo – spiegano gli investigatori – era accorto e prudente. Intuendo di essere nel mirino degli investigatori, i due evitavano accuratamente di parlare di argomenti compromettenti per telefono e si guardavano bene da farlo anche all’interno di auto”. Tuttavia, l’osservazione, il pedinamento e le intercettazioni hanno consentito di scoprire i due fiancheggiatori che potevano contare su uomini e alloggi sicuri come dimostra il fatto che, poco prima dell’arresto di Nicchi, la macchina organizzativa della sua latitanza si stava organizzando per fargli cambiare rifugio.
Dalle indagini è emerso che i fiancheggiatori avevano un vero e proprio arsenale: fucili a pompa e a canne mozze e rivoltelle Smith&Wesson, calibro 38 e 44 Magnum. Inoltre il gruppo curava anche la raccolta del pizzo e la custodia delle armi.