Il Partito Democratico, l'Italia dei Valori, Futuro e Libertà, l'Udc, l'Api di Rutelli. Anche Pdl e Lega Nord dicono: “il decreto ammazza Wi-fi va abolito”. Di tutt’altro parere, invece, i gestori telefonici che vedrebbero ridimensionati i loro introiti per connessioni mobili
Andiamo con ordine. Oggi durante una conferenza stampa alla Camera dei Deputati è stata presentata una proposta di legge: “L’articolo 7 del decreto-legge 27 luglio 2005, ecc., ecc.; è abrogato”. Tradotto dal burocratese: il Parlamento si muove per abolire l’articolo 7 del decreto Pisanu risalente al 2005. L’estate di cinque anni fa, subito dopo gli attentati alla metropolitana di Londra, l’allora ministro dell’Interno si fece promotore di un decreto legge contro il terrorismo. Il decreto, poi convertito dal Parlamento e tuttora in vigore, contiene anche un articolo relativo ad Internet, il sette: prevede che chiunque si colleghi ad Internet da una connessione pubblica, debba essere identificato. Chi offre una rete aperta (dalle grandi stazioni agli Internet point), invece, deve chiedere un’autorizzazione alla questura, dotarsi di un software costoso che conservi i dati delle connessioni e, infine, chiedere a chiunque si connette un documento d’identità. Risultato: burocrazia soffocante e costi insostenibili. Perciò in Italia è impossibile trovare connessioni libere, a differenza di quanto succede in tutti i paesi sviluppati del mondo.
Ieri, per chiedere l’abolizione di questa norma, hanno convocato una conferenza stampa Paolo Gentiloni del Pd; Luca Barbareschi di Futuro e libertà; Linda Lanzillotta dell’Api di Rutelli. La proposta di abrogazione porta le loro firme. A seguire si è detto favorevole anche Roberto Raho dell’Udc (con dei distinguo ma sostanzialmente favorevole). Non solo: già l’Italia dei Valori in tempi non sospetti si era mossa per l’abrogazione dell’articolo della Pisanu. A sorpresa, anche Mario Valducci, deputato del Popolo della libertà, dice: “Questa proposta di abrogazione può contribuire a migliorare l’accesso alla Rete. Il Pdl – aggiunge – è a favore”. E non è da meno la Lega Nord: “Internet deve essere accessibile – dice Jonny Crosio deputato leghista e membro della commissione Trasporti – siamo favorevoli all’abrogazione dell’art. 7 della Pisanu”.
Alla Camera, quindi, tutti d’accordo. Di tutt’altro parere, invece, i gestori telefonici che vedrebbero ridimensionati i loro introiti per connessioni mobili: “Non credo che quella legge vada abolita”, ha detto nei giorni scorsi l’amministratore di Telecom Italia Franco Bernabè.
Ora la palla passe alle Commissioni. Bisogna capire se della proposta Barbareschi-Lanzillotta-Gentiloni se ne occuperà la commissione Trasporti presieduta proprio da Valducci (è la stessa da cui era passato Pisanu ai tempi della sua approvazione) o la prima commissione Affari Costituzionali, a cui sono delegati i temi di “ordine pubblico”. La decisione spetta alla Presidenza della Camera in base al regolamento di Montecitorio. Una volta in commissione, con questa maggioranza, basterebbe pochissimo per sbloccare le connessioni in Italia: “due mesi al massimo” ha dichiarato Linda Lanzillotta in conferenza stampa.
Inaspettatamente, potremmo avere un bel regalo già prima di Natale. Un regalo che spetta a tutti gli italiani e che permetterebbe all’Italia di fare un piccolo ma significativo passo verso l’innovazione. Per evitare che tutto si blocchi e che la norma rimanga a marcire negli archivi della Camera, qua al Fatto terremo gli occhi aperti e, come sempre, vi terremo informati.