Lo stato risarcirà la famiglia del ragazzo ucciso dai poliziotti. Non potranno essere parte civile nei prossimi processi. Alemanno si augura soluzioni simili per Cucchi e Sandri
“Si tratta di un’ammissione di responsabilità di indubbia valenza”, ha spiegato Fabio Anselmo, uno dei legali della famiglia, che si dice soddisfatto dell’operazione. “Non è solo una questione economica, ma un segnale importante dopo una battaglia durissima. Che lo Stato stesso si faccia portavoce, promuova un avvicinamento alla famiglia, è una bella cosa”, ha detto Patrizia Moretti, la mamma di Federico.
Tuttavia rimane un dispiacere “dal punto di vista umano” per l’avvocato Anselmo: “Avrei voluto essere in appello. Però capisco la fatica della famiglia per tutta questa battaglia”, una battaglia d’opinione e legale durata cinque anni.
Lino Aldrovandi e Patrizia Moretti saranno comunque in aula per il processo d’appello, ha assicurato l’avvocato, perché comunque le responsabilità penali restano in capo agli imputati. Per la vicenda sono stati condannati in primo grado per omicidio colposo quattro poliziotti, Paolo Forlani, Luca Pollastri, Enzo Pontani e Monica Segatto; mentre tre loro colleghi,Paolo Marino, Marco Pirani e Marcello Bulgarelli, sono stati condannati per il depistaggio delle indagini. Per un ottavo agente il processo è ancora in corso.
“Oggi si può iniziare a parlare di pacificazione” ha detto Anselmo, ricordando che la famiglia di Federico non ha mai avuto un atteggiamento di contrapposizione nei confronti della polizia, ma ha solo lottato perché fosse ristabilita la verità su quanto gli era accaduto. “In prima fila alla proiezione ferrarese del film ‘È stato morto un ragazzo‘ del giornalista Filippo Vendemmiati sulla vicenda di Federico c’era il questore – ha detto Anselmo – e anche lo stesso Manganelli è stato molto vicino alla madre”.
Per la mamma di Federico Aldrovandi, la ricerca della verità continuerà in sede penale, ma anche al di fuori delle aule dei tribunali. “La nostra idea è costituire una associazione – spiega ancora Patrizia Moretti – affinché fatti come questi non si ripetano mai più”. “L’associazione delle vittime delle forze dell’ordine che stiamo fondando – ha concluso Anselmo- nasce per aiutare chi si trova in situazioni simili ed è in difficoltà. Lo scopo è chiedere aiuto allo Stato affinché non lasci solo chi si trova in queste situazioni”.
“Mi auguro che ci sia qualche forma di risarcimento anche per questo terribile delitto”, ha affermato a margine di una manifestazione il sindaco di Roma Gianni Alemanno esprimendo il suo favore a una soluzione analoga anche per il caso di Stefano Cucchi e Gabriele Sandri. “C’è anche il caso di Gabriele Sandri, un’altra persona per cui bisogna che lo Stato paghi un risarcimento significativo. Mi auguro che ci sia una decisione veloce e lo Stato faccia fino in fondo il proprio mestiere”.