Ieri sera il consiglio d'istituto della Gianfranco Miglio, in seduta straordinaria, ha deciso la rimozione dei simboli e il cambio dell'intestazione. Questa mattina sono iniziati i lavori per togliere il Sole delle Alpi
Ad Adro è iniziata la rimozione dei simboli del Sole delle Alpi che si trovano nella scuola. Alcuni operai hanno infatti tolto le lastre di alluminio su cui è inciso il logo “padano” che fino a stamani erano collocate sui posaceneri. Sono stati anche tolti dalle aiuole i cartelli con la scritta “vietato calpestare l’erba” con il simbolo della Lega.
Proprio questa mattina il sindaco Oscar Lancini aveva ostentato sicurezza ed era partito all’attacco. “Se i simboli vengono rimossi dalla scuola, prima parte la denuncia e poi si procede al ripristino immediato”. Una reazione alla doppia marcia indietro annunciata ieri: prima il dirigente scolastico della Gianfranco Miglio aveva dato il via libera alla rimozione dei simboli leghisti. Poi il consiglio d’istituto aveva deciso di cambiare anche il nome della scuola. No al primo ideologo del Carroccio, sì ai patrioti del Risorgimento Enrico ed Emilio Dandolo. Scelte che hanno scatenato la rabbia del primo cittadino leghista.
La polemica sulla scuola di Adro prosegue ormai da più di un mese. L’11 settembre scorso, durante l’inaugurazione dell’edificio in provincia di Brescia, si scopre che il sole delle Alpi, simbolo celtico utilizzato dalla Lega, è stato messo sulle vetrate, sui banchi di scuola, sui posacenere, nei cartelloni in cui si invita a non calpestare l’erba. E poi i crocifissi fissati con il cemento sui muri.
La vicenda innesca subito una violenta polemica politica con le opposizioni, scatenate nel chiedere un intervento al governo e al ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini. Quest’ultima che prende le distanze dall’iniziativa con una lettera inviata al sindaco in cui chiede di togliere i simboli “padani”. Ma la Lega frena: “Il sindaco forse ne ha messi troppi. Avrebbe potuto farne uno bello, che bastava”, dice il leader del Carroccio Umberto Bossi. La replica di Lancini dà fuoco a nuove polveri: “Obbedisco solo se me lo dice Bossi”. Intanto, anche il Capo dello Stato Giorgio Napolitano risponde dicendo di aver preso atto della decisione del ministro Gelmini sulla rimozione dei simboli. Seguono alcuni agitati consigli comunali, con i giornalisti tenuti fuori alla porta, e la discussione su chi dovesse pagare la rimozione dei Soli, fino all’epilogo di ieri sera.
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Doppio schiaffo al sindaco di Adro, Oscar Lancini. Prima il dirigente scolastico della Gianfranco Miglio, che dà il via libera alla rimozione dei simboli leghisti. Poi il consiglio d’istituto di ieri sera che decide di cambiare anche il nome della scuola. No al primo ideologo del Carroccio, sì ai patrioti del Risorgimento Enrico ed Emilio Dandolo. Scelte che scatenano la rabbia del primo cittadino leghista: ”Se i simboli vengono rimossi dalla scuola, prima parte la denuncia e poi si procede al ripristino immediato”.
La polemica sulla scuola di Adro comincia il giorno stesso della inaugurazione dell’edificio del comune della Franciacorta (Brescia). L’11 settembre scorso, durante l’inaugurazione, si scopre che il sole delle Alpi, simbolo celtico utilizzato dalla Lega, è stato messo sulle vetrate, sui banchi di scuola, sui posacenere, nei cartelloni in cui si invita a non calpestare l’erba. E poi i crocifissi fissati con il cemento sui muri.
La vicenda innesca subito una violenta polemica politica con le opposizioni, scatenate nel chiedere un intervento al governo e al ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini. Quest’ultima che prende le distanze dall’iniziativa, con la stessa Lega che frena: “Il sindaco forse ne ha messi troppi. Avrebbe potuto farne uno bello, che bastava”, dice il leader del Carroccio Umberto Bossi. La posizione del Senatùr arriva un giorno dopo la lettera che il ministro Gelmini invia al sindaco, affinché provvedesse a togliere il simbolo dalle aule. La replica di Lancini dà fuoco a nuove polveri: “Se me lo dice Bossi, obbedisco”. Dal Adro si giunge a scrivere al capo dello Stato, e Napolitano risponde dicendo di aver preso atto della decisione del ministro Gelmini sulla rimozione dei simboli. Seguono alcuni agitati consigli comunali, con i giornalisti tenuti fuori alla porta, e la discussione su chi dovesse pagare la rimozione dei Soli, fino all’epilogo di ieri sera.
Via il nome Gianfranco Miglio dalla facciata. La scuola porterà il nome dei fratelli Dandolo. Patrioti del Risorgimento, eroi dell’Italia unitaria e delle cinque giornate di Milano, difensori della Repubblica Romana. Un ritorno alle radici storiche e alla vecchia titolazione della scuola pubblica del paese. Una decisione presa dal consiglio d’istituto in seduta straordinaria, che forse mette fine a un mese di polemiche. Forse, perché il sindaco sembra non cedere: “La volontà dell’amministrazione comunale deve essere rispettata”.