Peccato che non mi drogo. Peccato, perché sarebbe stato fantastico fare il test antidroga per “conduttori, giornalisti e presentatori”, auspicato dal sottosegretario Giovanardi, sotto uso di sostanze stupefacenti. “Chi prende soldi dalla tv pubblica deve fare il test“: in quel gruppetto ci sono anch’io. E allora sai che bello assistere alla scena dell'”allenatore” Giovanardi che dice: tu risulti positivo, vai subito in panchina! Sì, all’intervista rilasciata ad A ha detto proprio “in panchina”. “Altrimenti qualcuno mi dovrà spiegare – ha detto – perché un tennista che si droga non può più giocare e un conduttore può ancora condurre“.
Glielo spiego subito. Per giocare esistono delle regole: se queste non si rispettano, si è qualificati. Le regole esistono per mettere i giocatori alla pari, e per far sì che la competizione si basi esclusivamente sulle qualità del giocatore stesso. Ora, se un tennista si droga – ossia se fa uso di doping – parte avvantaggiato rispetto agli altri sfidanti, e quindi sta truccando la competizione. E’ per questo che nello sport i giocatori non posso drogarsi – doparsi.
A questo punto chiedo io a Giovanardi di spiegarmi una cosuccia: che rapporto c’è fra la droga, un conduttore/giornalista e le regole del gioco? Perché “l’allenatore” Giovanardi, dall’alto della sua morale, pretende di poter entrare nella vita privata di un uomo che prende i soldi della tv pubblica, e decidere per lui cosa è permesso e cosa è vietato? Forse che chi fa uso di cocaina ha più possibilità di ottenere una fetta di audience maggiore rispetto ai suoi concorrenti? O forse quello che si fa troppe canne risulterebbe addormentato agli occhi del pubblico pronto a cambiare canale? Ma scusate, il metro di giudizio di una persona sul lavoro non è come adempie ai suoi obblighi contrattuali – e nel caso di un conduttore, se fa un programma apprezzato dal pubblico, eticamente accettabile e nel rispetto di una corretta informazione?
Fossi in Giovanardi, mi preoccuperei piuttosto di quella tv pubblica che manda 5 serate di Miss Italia sulla rete ammiraglia, telegiornali che omettono informazioni e conduttori tv che anziché questionare il potere lo servono, a danno dei cittadini.
Che peccato che non mi drogo. Sarebbe stato bello essere espulsa dalla Rai in qualità di pericolosa utilizzatrice di sostanze stupefacenti, cattivo modello per i telespettatori e oltraggio alla quiete pubblica. Insomma: una criminale in piena regola.