Murdoch come Berlusconi? Se lo chiedono in tanti nel Regno Unito, dove il mondo dei media sta avviandosi a una ristrutturazione senza precedenti. La prestigiosa tv di Stato naviga in pessime acque finanziarie. Sulla Bbc si stanno per abbattere pesanti tagli di bilancio. E la News Corporation del tycoon australiano potrebbe approfittarne e guadagnare posizioni di mercato molto importanti.
In Gran Bretagna, il ramo britannico di Sky BskyB è ufficialmente presieduto dal figlio di Rupert, James Murdoch che attualmente è in posizione di minoranza con il 49,1 del pacchetto azionario. Ciò che desta preoccupazione all’ombra del Big Ben è il tentativo di aggiudicarsi il controllo dell’azienda. Con un offerta da 9 miliardi di euro gli australiani puntano a controllare il 61% del colosso della pay tv britannica che da sola fattura 5,9 miliardi di sterline.
Murdoch però non ha solo le televisioni. Il magnate controlla anche News International, editore di quotidiani e tabloid come il Times e il Sun che rappresentano il 37% del mercato del Regno Unito. E se l’affare con la televisione andasse in porto, la News Co. creerebbe un colosso da 7,5 miliardi di sterline.
Dall’altro, la Bbc si ferma a 4,8 miliardi e le previsioni per il futuro aziendale, così legato ai bilanci pubblici ormai in rosso, non sono rosee. Murdoch quindi può ingrandirsi tanto quanto il competitor diretto si ridimensiona.
E qui entra in gioco la politica. A decidere sulla legittimità dell’operazione sarà il Lib Dem ministro del Commercio Vince Cable su avviso dell’autorità di controllo Ofcom (la nostra Agcom).
Nonostante le prime avvisaglie dell’acquisizione risalgano a giugno, solo recentemente si è coalizzato un inedito “fronte dei media” a sostegno della tv di Stato. Dal Daily Telegraph, di orientamento conservatore, al Mirror, tabloid vicino al Labour, fino al Guardian. La coalizione è guidata dal direttore generale della BBC, Mark Thompson, che in una recente intervista per l’emittente americana PBS ha denunciato senza mezzi termini il pericolo della posizione dominante da parte di News Corporation. Il Guardian dal canto suo ha attaccato il magnate, immaginandolo a capo di un monopolio informativo perfino più sproporzionato di quello di Silvio Berlusconi, domandandosi quale sarebbe l’effetto sulla libertà di stampa se tutto questo si avverasse.
A fine febbraio 2010, il gruppo di Murdoch si era imbarcato in una battaglia politica contro il parlamento di Westminster, reo di aver condotto un’inchiesta su presunte irregolarità sull’uso di intercettazioni telefoniche e la sottrazione di dati personali.
Tuttavia ai Murdoch la troppa indipendenza del parlamento non è piaciuta. Sarà per questo che i propri finanziamenti elettorali ai conservatori sono stati seguiti da una mossa quantomeno sospetta. Andy Coulson, ora direttore della comunicazione di David Cameron, in passato era un fedelissimo di News Corp. Ha infatti guidato News of the World (settimanale del Sun) dal 2003 al 2007. Salvo poi doversi dimettere in seguito allo scandalo delle intercettazioni. Per poi essere promosso: da uomo di Murdoch a uomo del premier inglese.
Berlusconi è capo del governo nel Paese in cui ha i propri interessi, Murdoch no. Vince Cable, il ministro competente in materia di informazione, appartiene a un partito, quello Liberaldemocratico, che ha sempre denunciato il pericolo rappresentato da News Corp. Riuscirà il governo britannico a prendere decisioni senza farsi condizionare dalle pressioni del magnate australiano?