Il Consiglio dei ministri ha dato l’ok alla legge di stabilità, quella che era la vecchia Finanziaria. Anche se il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, parla di “massima condivisione tra i colleghi a capo dei dicasteri”, nella riunione dei tecnici che ha anticipato il CdM, Tremonti ha portato al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, conti e tabelle dove vi sarebbero tagli al budget di importanti ministeri. Tagli che riguarderebbero dicasteri come: la Difesa, gli Interni e la Cultura di Sandro Bondi, che non era presente al Consiglio, “Perché”, dice, “impegnato alla Galleria Borghese con il mio omologo tedesco”, ma ha poi aggiunto polemicamente: “Non vado ad elemosinare risorse”. Polemiche che non mancano anche per la mancanza di fondi per l’Istruzione e l’università e che oggi hanno portato centinaia di studenti a piazza Montecitorio per protestare per i mancati fondi alle università e alla ricerca, anche se Tremonti si affretta a dichiarare che: “Nel ddl di stabilità ci sono solo i tagli lineari del 10% previsti dalla manovra di luglio. Novità saranno possibili solo con il decreto legge di fine anno: per l’università e gli ammortizzatore sociali – aggiune – faremo il massimo”.
A fare il peana di Tremonti per la manovra varata ci pensa il Senatur, Umberto Bossi, che dichiara alle agenzie di stampa: “Massima fiducia in Tremonti. Un cancelliere di ferro, una specie di ‘Bismarck’“. L’opposizione, per bocca di Pierluigi Bersani del Pd, critica la manovra e la situazione della finanza pubblica. “Mancano 5 miliardi di entrate, non so che scelte Tremonti si appresta a fare ma i conti non sono a posto. Senza una vera riforma fiscale ed un meccanismo di controllo della spesa pubblica – osserva il leader del partito democratico – non andiamo da nessuna parte”.