Saranno diverse centinaia gli uomini del servizio d’ordine, schierati lungo i due cortei, che, con pettorina ampiamente riconoscibile, vigileranno sul proprio corteo. Per la Fiom non è una novità, l’ha sempre fatto anche se oggi l’attenzione è più alta.
A coordinare il tutto ci sarà la stessa segreteria nazionale, gli uomini dell’Emilia in testa, ma un ruolo tradizionale sul campo verrà assegnato a Roberto Giudici, dirigente Fiom mite e determinato che si è trovato in passato a sbrogliare vicende come quella di Genova nel 2001 o Firenze nel 2002.
“Schieriamo un servizio d’ordine del tutto normale fatto dei nostri militanti ma che comunque si vedrà e si vedrà che l’organizzazione è impegnata”. Giudici è molto esperto di questo genere di cose e quindi non ostenta falsa tranquillità ma nemmeno trepidazione. “Sono preoccupato quanto è giusto in questi casi ma non abbiamo avuto nessuna segnalazione di problemi né dai territori né dalla Questura di Roma” dice al Fatto. Quello che lo tranquillizza è l’alto numero dei partecipanti e quindi la capacità della manifestazione di “guardarsi da sola”.
La Fiom non dà numeri e assicura che non li darà nemmeno al termine, anche perché ormai a Roma si è ingenerata l’abitudine di moltiplicare a dismisura i dati reali. “Noi alla fine diremo a tutti: guardate la piazza e decidete”. Quando ha manifestato Berlusconi, con una piazza piena a metà i dirigenti del Pdl hanno parlato di mezzo milione di manifestanti. L’unico momento di difficoltà, in realtà, sarà dato dal discorso di Epifani perché in quel caso ci potrebbero essere contestazioni. “Ma a me non sembra che sarà una manifestazione che avrà bisogno di indicare dei nemici interni” spiega il dirigente Fiom.
E va anche detto che la sortita di Maroni ha contribuito a creare un clima di maggiore unità interna e di orgoglio di organizzazione.
Giudici si occuperà anche del rapporto con i movimenti e le associazioni.
Ma su quel fronte, a partire proprio dai centri sociali, non ci sono problemi, perché ognuno punta a privilegiare il rapporto con la Fiom piuttosto che la propria visibilità di parte. Inoltre, il grosso dei centri sociali, guidati da Casarini ma anche dai romani di Action, ha stretto un patto con l’ex segretario della Fiom, Rinaldini, costituendo il cartello “Uniti contro la crisi” che si posizionerà con un suo striscione nel corteo dopo la Fiom. E che poi si ritroverà, il giorno dopo, in un’assemblea nazionale all’università di Roma.
Lì dietro ci saranno anche i maggiori centri sociali romani che ieri hanno annunciato di volere scendere in piazza insieme ai migranti ma soprattutto con “le famiglie e i bambini”.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Per un nuovo soggetto politico

next
Articolo Successivo

Chi ha paura della piazza?

next