Il fadelissimo nominato responsabile dell'edilizia carceraria
Ma perchè il Dap (Dipartimento Amministrazione Penitenziaria) – vista la crisi che impera e il governo che si è limitato ad annunciare 600 milioni di euro per tentare di risolvere il problema della sovrappopolazione carceraria – non si avvale gratuitamente, visto che sono dipendenti, dei tanti architetti e ingegneri esperti in materia di edilizia penitenziaria di cui dispone? Certo che se il Guardasigilli suggerisce, che è diverso da imporre, di nominare “soggetto attuatore del piano edilizia emergenza carceraria” il suo “compare” agrigentino, il super commissario straordinario Ionta non può che accettare di buon grado il suggerimento rivendicandone comprensibilmente la scelta. “L’ingegnere Patti vanta un’ottima professionalità come attestato dal curricula di ben 12 pagine” ammette Ionta. Curricula che non ci è dato vedere così come non ci è dato conoscere il suo compenso nonostante si tratti di soldi pubblici. Forse il ministro non si fida più del metodo messo in campo dal governo per la realizzazione delle carceri, stile Protezione Civile di Bertolaso alla luce di quanto sta emergendo dalle inchieste di Firenze e de L’Aquila ? Non si fida più della paroletta magica “emergenza” utile per liberarsi dei tanti lacci e lacciuoli che garantiscono trasparenza e legalità nell’affidamento degli appalti e vuole – come scrive a Il Fatto – “costruire le carceri senza rischiare di finirci dentro?”. Per questo, dunque, come lascia intendere nella nota che ci ha inviato – in risposta alla nostra domanda “per quale ragione è stato assunto l’ingegnere Mauro Patti?” – la sua nomina è necessaria per evitare la circolazione di mazzette?
Patti sarebbe una sorta di sistema di allarme personale del ministro per far scappare i ladri? “Mi sono permesso di suggerire al dott. Ionta il nome dell’ing. Mauro Patti e sono felice che il Commissario straordinario lo abbia voluto fra i suoi collaboratori. Si tratta di persona che conosco da tempo e della quale ho potuto apprezzare le doti umane, le qualità professionali e l’integrità morale – scrive Alfano – . Poiché è mio intento costruire le carceri senza rischiare di finirci dentro, ho suggerito un professionista del quale mi fido ciecamente e che so per certo che non cederebbe ad alcuna pressione, non si venderebbe ad alcuna impresa e, soprattutto, sa fare il proprio lavoro in maniera cristallina e non tradirebbe la mia fiducia per una mazzetta”.
A questo punto al di là dell’impressione negativa che può dare la nomina di un “compare” di nozze in un posto di tale responsabilità non resta che sperare che la fiducia del ministro sia ben riposta.