Se Berlusconi non va da loro, saranno loro ad andare da Berlusconi. Sono pronti a marciare su Roma i sindaci dell’area vesuviana e i cittadini dei comitati che si battono da settimane contro l’apertura della seconda discarica di Cava Vitiello nel Parco Nazionale del Vesuvio. L’appuntamento è per venerdì prossimo sotto Palazzo Chigi e già sono stati affissi i manifesti tra Terzigno, Boscoreale, Trecase e Boscotrecase, i quattro comuni che affacciano sull’area dello sversatoio e subiscono l’odore nauseabondo proveniente dalla discarica già attiva, e quasi satura, di Cava Sari.

L’iniziativa nasce dalla delusione per una promessa tradita. Come riferito in anteprima dal sindaco di Terzigno, il pidiellino Domenico Auricchio, Berlusconi nelle scorse settimane assicurò una sua imminente visita sui luoghi della discarica per studiare nuove soluzioni alla questione dello smaltimento dei rifiuti. Pareva il preannuncio dello stop all’apertura della seconda discarica. Ed i sindaci, quasi tutti di area pidiellina e comunque di centrodestra, hanno preferito per qualche giorno lasciar decantare la protesta istituzionale.

Ma i giorni sono trascorsi tra le dichiarazioni e le lettere di Guido Bertolaso con le quali il sottosegretario insiste nel chiedere l’apertura della seconda discarica (“è prevista dalla legge”), e le lamentele del premier. “Verrò non appena Tremonti mi darà i soldi per risolvere l’emergenza”, ha detto il Cavaliere. Cioè probabilmente mai.

Nel mentre, gli ultimi giorni hanno visto un inasprimento della protesta, con nuovi scontri e disordini nei pressi delle strade di accesso alla discarica. Sono stati bruciati altri camion. E l’altro ieri è stato arrestato un ragazzo di Boscoreale, di appena 18 anni, con l’accusa di aver incendiato un autocompattatore. Ma particolarmente pesante è il bilancio della notte tra sabato e domenica. Due autocompattatori dati alle fiamme, altri 5 danneggiati, decine di camion bloccati nella discarica. Gruppi di dimostranti hanno compiuto dei veri e propri raid, assaltando i mezzi e squarciando le ruote.

La tensione è tale che i sindaci di Boscoreale, Gennaro Langella, e Terzigno, Domenico Auricchio sono stati convocati in via d’urgenza dal prefetto di Napoli, Andrea De Martino nella sede della Prefettura di Napoli. Mentre il sindaco di Quarto, Sauro Secone, è pronto a dimettersi per protesta contro i continui danneggiamenti dei mezzi della ‘Quarto Multiservizi’, la municipalizzata che smaltisce i rifiuti e che sta incontrando notevoli difficoltà nello sversare in Cava Sari: “Ho segnalato alla Prefettura e alla Questura gli assalti subiti anche la scorsa notte. Ho chiesto invano nei giorni scorsi una turnazione equa dei comuni conferente a Terzigno, in modo da dare un po’ di respiro ai nostri dipendenti ma nessuno dalla regione Campania ci ha dato ascolto. Ora sono pronto per questo a dimettermi per protesta. Nessuno – dice Secone – vuole piu’ noleggiarci gli automezzi quando sanno che andiamo a sversare a Terzigno mentre da 7 mesi abbiamo chiuso in un garage bloccati dalla burocrazia della Regione Campania 3 scarrabili, due autocompattatori a 3 assi, un autocarro con gru a polipo, un furgonato per i rifiuti urbani pericolosi, un furgone con vasca. Gettiamo la spugna. Adesso la raccolta dei rifiuti a Quarto la faccia direttamente la regione accollandosi pero’ tutte le responsabilita’ politiche”.

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