I lavori per i nuovi penitenziari affidati con procedure riservate. Il ruolo del commissario Franco Ionta
Una nomina che pone una questione non secondaria, rappresentata dal doppio ruolo di Ionta di commissario straordinario per l’edilizia e capo dell’amministrazione penitenziaria. Come Bertolaso alla Protezione civile, Ionta può avvalersi, in deroga alle norme, anche di consulenti esterni, e può decidere la segretazione delle procedure di affidamento dei contratti pubblici. Le procedure saranno così semplificate e, sotto la responsabilità del presidente del Consiglio, la documentazione relativa agli appalti potrà essere classificata come “riservatissima”. Esattamente come si legge nella bozza di piano carceri “si presenta idoneo a selezionare gli operatori economici interessati agli appalti e a proteggere la documentazione relativa”.
L’attività di indirizzo e controllo, cui spetta l’approvazione del piano e l’attività di vigilanza sull’attività d’azione del commissario delegato, è svolta da un comitato presieduto dal ministro della giustizia composto dal ministro delle infrastrutture e dal capo della protezione civile.
E le risorse? Proverranno dai fondi previsti dal decreto anticrisi, 600 milioni di euro, per ora solo promessi, dai finanziamenti derivanti dai capitoli di bilancio ordinari del Dap e della cassa delle ammende. E dal finanziamento dei privati, aggiunge il ministro Alfano. Privati che potranno concorrere “con strumenti contrattuali innovativi come per esempio il project financing”.
Di innovativo in verità il project financing ha ben poco visto che si conoscono bene i danni prodotti dal mettere in secondo ordine la trasparenza del procedimento e l’affidabilità delle imprese rileva-tesi spesso in stretto legame – diretto o indiretto – con la criminalità organizzata. Tra i poteri straordinari di Ionta oltre alla riduzione dei tempi per i ricorsi e l’impossibilità che le gare vengano bloccate in fase di contenzioso anche quello – in deroga a diverse normative – di poter fare i progetti, individuare le ditte, affidare i lavori, contattare i presidenti delle regioni e sentire i sindaci delle aree interessate alle nuove opere, e molto altro. C’è da ricordare che tra le imprese che si sono già aggiudicate l’appalto per la costruzione degli istituti di pena in Sardegna ve ne sono alcune che hanno ottenuto appalti attraverso gare informali finite al centro dell’inchiesta del G8 della Maddalena. Come la ditta Anemone per il carcere di Sassari. È forse per questo che alla luce dei risultati prodotti dall’emergenza post-terremoto e non solo il ministro Alfano ha messo un suo uomo di fiducia a guardia del “pollaio” viste le volpi in circolazione?
da Il Fatto Quotidiano del 17 ottobre 2010