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La promessa di B. ai sindaci: “Quella discarica non si farà”. Dopo 20 giorni ecco il dietrofront

Il governo promette di affrontare la questione al prossimo Consiglio dei ministri. Domani una riunione d'urgenza con Letta, Bertolaso, Caldoro e i ministri interessati

“Preparate i bicchieri”. Sorride, parlando al cellulare, il sindaco di Terzigno: “Abbiamo vinto. Berlusconi l’ho lasciato proprio ora. Ci ha detto che la discarica a cava Vitiello non si farà”. E’ il 30 settembre, e i cittadini già da giorni protestano in strada. La notizia dello stop rasserena gli animi. Ma è una promessa che non sarà mantenuta. Una presa in giro, quella di Berlusconi, costata cara. Passano solo venti giorni e si arriva a questa notte. Le immagini degli scontri raccontano lo svilimento, la rabbia e la delusione dei campani. Ora che non c’è più nulla per cui brindare, il primo cittadino del Pdl, Domenico Auricchio, raggiunto da ilfattoquotidiano.it, dice che oggi stesso sarà a Roma per incontrare il premier e chiedere chiarimenti.

La guerriglia per le strade di Terzigno arriva dopo clamorosi dietrofont. Causa scatenante delle proteste di questa notte, l’annuncio, ieri sera, dei vertici del Pdl, dopo un incontro con le istituzioni campane: “La discarica si farà”. Una politica poco chiara che spiazza gli amministratori locali: se il sindaco di Terzigno chiede chiarimenti al premier, il primo cittadino di Boscoreale, Gennaro Langella, annuncia di volersi dimettere dal Pdl e di sostenere i manifestanti.

Sassaiole da una parte, fumogeni e manganellate dall’altra. E il capo della Polizia, Antonio Manganelli, ora mostra il pugno duro: ”Si deve sversare e lo faremo anche se questo costerà l’uso della forza”. Gli indizi della presa in giro, però, erano già evidenti quel 30 settembre. Poche ore dopo la promessa di Berlusconi, il numero uno della Protezione civile, Guido Bertolaso e il prefetto di Napoli, Andrea De Martino avevano ammonito il governo. Entrambi chiedevano “l’applicazione della legge”. Vale a dire confermare l’istituzione del nuovo impianto tra Boscoreale e Terzigno. E alla fine, così è successo.

Intanto aumenta la conta dei feriti. Tra loro, i violenti e i guaglioni della camorra che ne approfittano per alzare la testa in un territorio sempre più distante dalle istituzioni, dove appare difficile mantenere il controllo. Una situazione ora così difficile da spingere il capo della polizia a parlare di “area geografica unita da sentimenti di ostilità verso le forze dell’ordine”. E a ricordare: “Noi non siamo certo nemici di chi manifesta”. Ma adesso sembra troppo tardi.