D come domani arriva l’olio nuovo e mi si scioglie il cuore. Metà dei nostri amministratori se ne vanno resesi conto della difficoltà del governare. Lasciano felici di aver fatto quel che era necessario ma coscienti di non aver più forze da applicare sulla Cosa Pubblica. Van via insieme a chi nell’opposizione è giunto alla stessa conclusione. Lasciano entrambe a forze nuove il compito di sostituire le loro esaurite capacità.
Domani arriva l’olio nuovo e sono felice. Chissà che cosa mi porterà?
Idee spremute con difficoltà da idee-olive brucate a mano in un fine ottobre inizio novembre con un primo freddo ma col cielo terso e sereno. Un anno che parrebbe straordinario per l’olio nuovo. Poi si vedrà. Al massimo se non arriverà alle eccellenze raggiunte in qualche anno passato, si sa che prima o poi un altro olio nuovo arriverà.
Olio frutto di olive che a loro volta nascono su territori segnati da forti individualità, produttrici di gesti che nel sommarsi trasformano i paesaggi delle nostre colline, delle nostre campagne. Non frutto di una Madre-Terra ma di uomini capaci col loro fare di formare in-formando altri uomini. Capaci solamente così di coniugarsi, in tutti i sensi possibili, alla propria terra più che come Madre come Compagna perenne del loro vivere il proprio tempo. Compagna Terra dunque con uomini lontani dal non più necessario mito che si esercitano al necessario buon senso informandosi, istruendosi, finanziando e diffondendo, lavorando molto applicandosi nelle mille differenze. Uomini tramontabili per una Terra intramontabile.
Domani arriva l’olio nuovo del mio babbo che speriamo sarà bono come quello del tuo, del nostro, del loro. Sbuccia le patate, arrostisci il pane, sbollenta le foglie di un cavolo nero, cerca carciofi per un potente primo pinzimonio. Domani arriva l’olio nuovo che in tremila anni ha cambiato territori, ha fondato mentalità, ha fondato antropologica-mente comunità.