“Masi li ha messi in ginocchio. Sono stati costretti a rinunciare ai compensi. Con Masi non si scherza. Finalmente una ventata di pulizia etica.”, chi ha pronunciato queste frasi ? Un burlone, un comico, un nemico di Masi che ha voluto prenderelo per i fondelli? Risposta sbagliata, queste parole sono fuggite dal cuore e dalla bocca di Capezzone, uno dei tanti portavoce di un presidente del Consiglio sempre più afono, da un sedicente presidente dei senatori Pdl, Maurizio Gasparri e da altri adoratori del totem del conflito di interessi.
Con raro sprezzo del ridicolo più che del pericolo, questo manipolo ha lodato Masi perché le sue sceneggiate contro Santoro, contro Saviano, contro Benigni, contro Abbado, avevano il solo fine di “far risparmiare la Rai, altro che censura politica!”.
Il povero Masi non avrebbe mai pensato di ostacolare le loro trasmissioni, tanto meno di metterle sotto controllo, ci mancherebbe altro, il direttore generale, vera tempra di moralizzatore, voleva solo mettere ordine nei conti.
Le motivazioni sono, ovviamente, esilaranti, anzi siamo sicuri che gli stessi esternatori, dopo aver fatto questo favoretto all’amico Mauro Masi, si siano rotolati a terra, travolti da un irrefrenabile moto di riso, ma cosa ci costa prenderli sul serio?
Dal momento che Masi ha preso la ramazza e non intende passare per censore, ma solo per moralizzatore, allora proviamo a fare anche noi delle proposte e vediamo “l’effetto che fa” per dirla con Enzo Jannacci.
Riuscirà e vorrà Masi, tanto per fare un esempio, fare una cirolare per bloccare il circo Barnum che si è trasferito ad Avetrana per alimentare l’industria della paura e dell’ansia?
Avocherà a sè anche il contratto di Vespa?
Pubblicherà l’elenco completo delle collaborazioni, non quelle dei poveracci, ma quelle degli amici degli amici?
A quanto ammontano i compensi di conduttori bolliti che registarno ascolti che non sarebbero tollerati nella più scassata tv privata?
Quando sarammo messi alla porta alcuni faccendieri che tentano di venedere film e fiction di scarsa qualità e che hanno preso il vizio di stazionare nei corrdoi di viale Mazzini?
Quando saranno reintegrati direttori e dirigenti rimossi senza motivazione e mai reintegrati? Che fine ha fatto Antonio Di Bella? Perché non sono state rispettate le sentenze di reintegro nel caso di Oliviero Beha?
Dal momento che Masi vuole moralizzare e non vuole essere sospettato di essere un censore,perchè i suoi strali sono stati scagliati sempre e comunque contro quegli autori e quei programmi che erano citati nelle scandalose telefonate di Trani?
Perché il direttore generale non si autospende per quelle stesse telefonate?
Come mai non ha impuganto la ramazza contro programmi marchetta che non hanno giustificazione alcuna? Perché non ha aperto bocca sui programmi commissionati dalle camice verdi?
Quanto è costato all’utente le scelta di moltiplicare le cariche dirigenti e la espulsione dalle testate giornalistiche di quelli che stavano sulle scatole alla destra berlusconiana?
Per quale mistero la Rai anche quando sale negli ascolti non raccoglie pubblicità, ed invece il presunto concorrente, ma ormai si tratta della azienda madre,anche quando perde ascolti sale nella raccolta pubblicitaria?
Come mai, in questo caso, non si sentono le voci di Masi, di Capezzone, di Gasparri.
In ogni caso non vogliamo perdere le speranza nella effettiva redenzione di Masi, nella sua trasformazione da censore in angelo della legalità e della trasparenza, anzi chiediamo anche a chi ci legge di dargli una mano e di segnalarci quali azioni suggerire al nuovo Masi. Quali programmi potrenne chiudere per risparmiare soldi? Chi potrebbe mandare a casa? Come potrebbe liberarsi da un po’ di spazzatura? In quali direzioni potrebbe usare la ramazza?
Nei limiti del codice civile e penale tutte le risposte saranno gradite, comprese quelle che chiederanno al Masi di fare la cosa davvero sarebbe indispensabile per la Rai: le sue immediate dimissioni.