Da quando sono fuggito dall’Italia (ormai più di 13 anni fa)  ho sempre considerato una delle ingiustizie più odiose del sistema Italia quella relativa alla tassazione delle rendite.

Ho la fortuna di vivere in Canada e qui se vado a lavorare o se acquisto un titolo di stato sono tassato allo stesso identico modo, e cioè il 43.7%. Se compero azioni ed ho una entrata in conto capitale mi fanno uno sconto del 50% mentre, se ricevo dividendi da aziende canadesi, su buona parte di quanto ricevo non pago tasse in quanto queste ultime sono state già pagate dalla società di cui sono azionista.

Ho appena finito di leggere un articolo di Claudio Borghi su Il Giornale di oggi lunedì 25 Ottobre e dissento su quasi tutto. Gianfranco Fini (il traditore) qualche giorno fa  ha affermato  che è favorevole ad innalzare l’aliquota del 12.5% al 24-25% su BOT, BTP e CCT per finanziare la riforma dull’Università e per questo oggi viene manganellato sul foglio di famiglia.

Il titolo è tutto un programma: “Le dieci assurdità di Fini sull’aumento delle tasse”.

Eccole (clicca qui per leggere le domande originali in versione integrale) :

1. I risparmi non possono essere messi allo stesso livello degli altri guadagni

E perche? Perché chi va in fabbrica deve pagare almeno il 23% e chi non fa nulla il 12.5%?

2. Gli investimenti si possono anche perdere

Qui Borghi confonde la rendita finanziaria con il capital loss. E’ chiaro che un fisco giusto deve anche tenere in considerazione le perdite. Ma questo che c’entra con la tassazione della rendita?

3. Criminalizzare gli investimenti è bucare il salvagente che ci ha tenuto a galla

Allora perché non eliminare qualsiasi tassazione sui medesimi e fare del Belpaese (finalmente ed ufficialmente) uno Stato off-shore?

4. Il denaro si sposta velocemente, quindi i risparmi lascerebbero l’Italia

I risparmi, caro Borghi, possono già oggi lasciare tranquillamente l’Italia. La vera nuova fuga è quella dei cervelli e dei ricercatori.

5. Non esiste una media europea per i risparmi

Qui rispondere è facile: non c’è nessun Paese normale che faccia pagare solo il 12.5%

6. La tassazione sulle obbligazioni è una partita di giro per lo Stato

Questa è vecchia, ci riporta ad una querelle degli anni ’80 e della Milano da bere. Allora perché non eliminare la tassazione dalla busta paga dei dipendenti pubblici? Non è anche quella una partita di giro? E Gli USA e il Canada sono Paesi in cui il risparmio è criminalizzato perché tassano la rendita come il lavoro?

7. I dividendi azionari sono già stati tassati

Anche qui bisogna distinguere: se sui dividendi azionari è già stata pagata una imposta è ovvio che va introdotto un credito fiscale per eliminare la potenziale doppia tassazione.

8. Gli italiani non sono obbligati a mettere i propri risparmi in titoli

Concordo.

9. Fini ha dichiarato di essere favorevole all’aumento delle aliquote sulle rendite perché (forse) è un traditore.

Succede quando giornalisti sono stipendiati dal fratello del Presidente del Consiglio.

10. Il gettito sarebbe minimo.

Questa è l’ultima balla. L’Italia ha un debito pubblico che ha appena superato i 1.843 miliardi di Euro ed ha impressionanti emissioni mensili: solo questa settimana deve emettere 11 miliardi di Euro di titoli. E poi ci sono le obbligazioni societarie, il gettito derivante dalla tassazione dei nuovi titoli non sarebbe affatto irrisorio.

Concludendo Borghi dimentica che (se l’intento di Fini è genuino) la manovra sulle rendite sposterebbe risorse dal capitale finanziario (BOT, BTP, CCT) al capitale umano (i ricercatori). Se voi in Italia lasciate l’università nello stato in cui si trova sempre più laureati fuggiranno all’estero e saranno felici di pagare il 43.7% ad uno Stato che non ha investito un Euro per la loro istruzione. Sempre più ricercatori fuggiranno da un Paese di risparmiatori al 12.5%, di furbi evasori al 5% e di fessi lavoratori al 43%.

Decine di ricercatori italiani affollano già le università della British Columbia e, mentre voi discutete di quanto sopra, il Canada, nel frattempo, sentitamente ringrazia.

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