Il figlio di don Vito avrebbe depositato anche nuovi documenti sulla trattativa Stato-mafia. Gianmarco Piazza è stato convocato sulla vicenda dell'Addaura
La vera, scottante pista che potrebbe fare luci sui primi passi da imprenditore del Cavaliere. Sempre oggi il figlio di don Vito ha consegnato nuovi documenti che riguardano la presunta trattativa tra Stato e mafia. Ma oggi negli uffici della procura siciliano si è parlato anche del fallito tentato all’Addaura (1989) cui sfuggì Giovanni Falcone. Sentito come persone informata sui fatti Gianmarco Piazza, fratello del poliziotto Emanuele Piazza, collaboratore del Sisde scomparso a Palermo negli anni ’90. Recentemente, Piazza, in un’intervista Repubblica : “A organizzare il fallito attentato contro il giudice Falcone non era stata la mafia, ma era coinvolta la polizia”.
Massimo Ciancimino ha fornito ai pm altro materiale in supporto alle rivelazioni dei mesi scorsi, quelle sulle relazioni tra Silvio Berlusconi e il padre. In particolare ci sarebbe un documento che cita chiaramente il politico milanese. Ciancimino ha fornito informazioni sugli investimenti del padre nel complesso edilizio Milano 2, realizzato dal premier negli anni Ottanta. I verbali sono stati secretati. In due interrogatori nel gennaio scorso il figlio di don Vito aveva fornito agli inquirenti informazioni sugli investimenti diretti da Palermo a Milano 2.
Per quanto riguarda il fallito attentanto a Giovanni Falcone nel 1989 all’Addaura, i pm di Palermo Di Matteo e Francesco Del Bene hanno ascoltato Gianmarco Piazza, fratello di Emanuele, collaboratore del Sisde scomparso mentre indagava sulla vicenda. Nelle scorse settimane Piazza ha presentato ai pm un esposto in cui sosteneva che il fratello Emanuele gli avrebbe fatto delle rivelazioni importanti: dietro il fallito attentato c’erano alcuni esponenti della polizia. Il fratello era anche a conoscenza di informazioni sull’omicidio dell’agente di polizia Antonio Agostino, un caso ancora irrisolto. Finora Piazza non ha mai parlato coi pm.