E l’Italia sta a guardare, anzi finge di non vedere, di non sentire, e sicuramente sceglie di non parlare.
Che differenza con l’atteggiamento che persino la Gran Bretagna ha deciso di assumere dopo le clamorose rivelazioni fornite da Wikileaks e relative alla cosiddetta contabilità nascosta degli usa.
Nel merito della inquietante vicenda rimandiamo alle argomentate e, come sempre, rigorose analisi di Giampiero Gramaglia pubblicate dal Fatto in questi giorni.
Quello che sconcerta, anche se non sorprende, è il silenzio scelto da Berlusconi e soci, che pure furono tra i più fedeli alleati della impresa decisa dal presidente Bush, anche se il piccolo Cesare italiano, di tanto in tanto, fingeva di condividere le ansie della Chiesa cattolica, in omaggio a quei sondaggi che sono l’unico solido punto di riferimento etico del nostro.
Eppure l’Italia non può fingere di non aver letto, non solo in relazione al bagno di sangue, ai diritti violati, ai governi amici corrotti e corruttori, ma anche in relazione al caso di Nicola Calipari, il funzionario del Sismi, ammazzato dai cecchini americani mentre tentava di portare in salvo la giornalista Giuliana Sgrena. Secondo queste carte la macchina che li trasportava sarebbe stata imbottita di esplosivi, messi da chi? Perché? Non sarà un altro tentativo di depistaggio, come pure sembra pensare la stessa Sgrena? Non siamo in grado di giudicare, ma certamente varrebbe la pena di approfondire, di analizzare le carte, di reclamare qualche notizia in più. Per esempio il governo italiano, se davvero ne avesse voglia, e senza bisogno delle carte di Wikileaks, potrebbe chiedere agli alleati di sapere come e perché e chi si incaricò, in Italia, di far arrivare e transitare quel famoso rapporto, falso e prefabbriccato, sugli arsenali di Saddam, sulla mitica quantità di uranio impoverito già in suo possesso e custodito in fantascientifici depositi misteriosi? Chi andò in Niger a raccogliere quel dossier? Come capitò nella redazione di Panorama? Perchè quella che appariva ed era una autentica “bufala” fu invece portata alla ambasciata americana, da qui trasmessa alla presidenza che, addirittura, decise di inserirla, come pistola fumante, nel rapporto fornito al congresso, con il quale si chiedeva l’autorizzazione alla immediata azione militare. Quale fu il ruolo dell’Italia in quella vicenda? Ed ancora il militare Salvatore Marrancino, morto ammazzato nel marzo del 2005, fu colpito da un colpo partito dalla sua pistola, durante le esercitazioni, come pure fu detto alla mamma, o fu stroncato da fuoco amico come si evince dai documenti che sono usciti e che oggi riempiono nuovamente le prime pagine di molti quotidiani?
“Era già tutto noto..”, dichiarano alcuni esperti americani, imitati da alcuni sedicenti esperti di casa nostra. E allora perché tanto scandalo? Se tutto era già noto, invece di inveire, si rendano noti i provvedimenti già assunti, le condanne già emesse, si anticipino le prossime, per altro già annunciate, rivelazioni, si imbocchi finalmente un percorso di trasparenza che non esiti anche a difendere le proprie scelte, ma senza menzogne non più sostenibili.
Non sarà certo un caso che il vice premier inglese, Clegg, abbia sentito il bisogno di alzare la voce, di pretendere chiarimenti, di rompere quel rapporto di complicità e di subalternità che aveva segnato, almeno su questa vicenda, i comportamenti del governo Blair.
Riusciranno i nostri eroi berlusconiani ad imitare almeno il collega conservatore e liberale britannico? Potrebbero ricopiare la sua dichiarazione? Potrebbero almeno fingere di manifestare un grammo di fastidio per essere stati trattati come il due di bastoni quando la briscola è spade?
Dal momento che questi signori non faranno mai nulla di simile ci permettiamo noi, invece, di ringraziare, sia pure in modo postumo, quei milioni di donne e di uomini, in Italia e non solo, che non vollero cadere nel tranello e nella bugia mediatica e si opposero con tutte le forze a quella che, sempre più, appare come una strage ideata, preparata e condotta con spietato cinismo e assoluto senso degli affari, altro che la democrazia da esportare!
I movimenti per la pace sono stati e sono spesso descritti come luoghi frequentati da brave persone prive del senso della realtà e incapaci di prevedere le necessità della geopolitica, almeno in questo caso, e non solo in questo caso, quella pubblica opinione che aveva gridato il suo no a quella guerra, aveva ragione:
I provocatori, gli imprevidenti, i bugiardi, gli ammalati di ideologia, le vittime del pensiero unico avevano torto e hanno provocato guasti profondi.
Non sappiamo se le carte diffuse in questi giorni riguardino vicende già note, sicuramente hanno contribuito a riaccendere attenzione ed interesse attorno ad una guerra costruita attorno ad una piramide di bugie, se non fosse altro che per questa ragione, dovremmo comunque ringraziare chi si è preso la responsabilità di provare a illuminare quello che doveva restare coperto dal buio e dal silenzio.
Ps. A proposito di bugie mediatiche e di bugiardi vogliamo solo ricordare a noi stessi che sono passati da due giorni da quando Berlusconi ha annunciato che avrebbe rinunciato al dolo Alfano.
Siamo sempre in attesa che il provvedimento sia formalmente ritirato, sino a quando non accadrà aggiorneremo, anche su questo blog, lo speciale contatore della menzogna.