Si incontreranno dal 5 al 7 novembre a Torino, 150 tra i giovani più brillanti e meritevoli di questo paese, membri di R.e.na., la Rete per l’Eccellenza Nazionale. Protagonisti del libro Forza, Italia, dell’ex direttore dell’Economist Bill Emmott, che promuove le buone prassi italiane, giovani ricercatori e professionisti italiani si confronteranno nella 4° assemblea generale per maturare idee, familiarizzare con metodologie, modi di pensare e di agire differenti.
Spinti dalla necessità di un urgente ricambio generazionale, i professionisti di R.e.na. osservano come nel nostro paese gli under 30 sono troppo poco introdotti nelle posizioni che contano, e non riescono a farsi strada. E pensano che un impiego più ampio dei giovani non sia solo auspicabile, ma soprattutto necessario.”R.e.na. prende forma dall’idea di alcuni amici che hanno deciso di mettere intorno a un tavolo delle persone brillanti – racconta Davide Rubini, socio fondatore – e di fare un tipo di associazionismo diverso. In Italia esistono solo associazioni cattoliche o ambientaliste ma nessuna che si occupi specificamente della cosa pubblica e di come possano migliorarla i giovani”. Nello statuto di cui si sono dotati, si legge che R.e.na. vuole contribuire a rinnovare la res publica italiana, stimolandone l’eccellenza attraverso la ricerca, la proposizione e la promozione di politiche sul territorio. “Ormai parlare di giovani è diventato un concetto generico – spiega il presidente Alessandro Fusacchia – perché si è giovani dai 15 ai 40 anni e anche dopo. Ma tutte queste generazioni non hanno la possibilità di mettersi in gioco e spesso se ne vanno dall’Italia. Anche perché non è responsabilità del singolo individuo cambiare il sistema, ed è per questo che noi abbiamo sentito la necessità di fondare R.e.na.“. Dal giornalista emigrato in India, alla presidentessa di una Ong, da un funzionario delle Nazioni Unite a una ricercatrice che ha scelto di restare nel Belpaese, l’associazione riunisce una folta schiera di ragazzi che si distinguono nelle loro professioni e per le loro idee politiche assolutamente bipartisan.”Siamo totalmente apolitici – chiarisce Fusacchia – e abbiamo finalità esclusivamente di solidarietà sociale. Vogliamo provare a smuovere le acque, a dimostrare che in Italia ci sono anche giovani con coscienza civica attiva che vogliono smettere di aspettare Godot e imparare ad aprirsi le porte da soli”.
Molti i progetti realizzati in questi quattro anni, tra i quali una convenzione con l’Unione delle province italiane per favorire la collaborazione di giovani professionisti sul territorio che elaborano e promuovono idee e riflessioni su politiche pubbliche e private di eccellenza, per migliorare in questo modo il servizio delle province ai territori e la loro capacità di innovazione. “Questo paese è totalmente ingessato – insiste il presidente Fusacchia – e anche se arrivasse il nostro Obama si ritroverebbe invischiato in decine di veti. Gli ultimi 20 anni hanno prodotto una totale disillusione in un sistema che invece può cambiare. Noi vogliamo cominciare dal basso a disincrostare gli ingranaggi”.
La denuncia di R.e.na. è sociale e culturale: “In Italia – conclude Fusacchia – tutti i giorni c’è uno scandalo che che copre quello del giorno prima. Dalla politica a Calciopoli a Vallettopoli non cambia mai niente. Gli altri paesi, dopo uno scandalo, rivedono il loro sistema e mutano culturalmente”. Quello a cui lavorano i professionisti di R.e.na. è un ampio progetto di cambiamento del paese. Una “lobby meritocratica” che cresce a vista d’occhio e che conta già circa centocinquanta iscritti d.o.c., senza però voler diventare un movimento troppo ampio. “Non saremo mai più di 200 – spiegano i soci – perché il nostro progetto deve aiutare davvero i partecipanti e non fare politica senza risultati”. L’unica cosa di cui questo paese non ha davvero bisogno.