Nulla, però, in confronto alle parole del fidanzato della giovane, il 18enne Pasquale Burgio, che sulla sua bacheca di Facebook, almeno da agosto, quotidianamente attacca con violenza le forze dell’ordine, inneggiando a cosa nostra. Film preferito del giovane, manco a dirlo, ovviamente è “Il capo dei capi”. Ma andiamo con ordine. Tanti gli “status” con armi e citazioni minacciose, come “Tanti chiudono un occhio per perdonare, io per prendere la mira”, e poi l’immancabile immagine di Marlon Brando ne “Il Padrino” con la citazione “chi tradisce la mia fiducia non merita il perdono” e poi ancora “il rispetto va portato solo a chi lo merita”; parola di Don Vito Corleone. E non manca il sostegno a Fabrizio Corona, altro idolo per il giovane nipote acquisito del boss Messina.
La rabbia del giovane ha come obiettivo preferito l’Arma dei Carabinieri, bersagliata da invettive costanti; ironia della sorte sono stati proprio loro, gli “sbirri”, a mettere le manette ai polsi dello zio della sua fidanzata. E, ma questo non fa sorridere, proprio Messina è stato condannato all’ergastolo per l’omicidio del maresciallo Giuliano Guazzelli, esperto della mafia agrigentina e validissimo militare, assassinato il 4 aprile 1992 sulla strada Agrigento-Menfi. Assieme all’ “eroe” Messina sono condannati al carcere a vita Salvatore Fragapane, Joseph Focoso, Simone Capizzi, Salvatore Castronovo e Giuseppe Fanara. A loro, i carabinieri, ai colleghi di Guazzelli, ma anche del generale Dalla Chiesa e del colonnello Giuseppe Russo, è dedicata la foto di un lupo famelico e la scritta: “non piangere per quello che ti hanno fatto… Ridi per quello che gli farai!” con dedica speciale: “questooooo xvoiii sbirriiiiiiiiiiiiiii di merda”. Il 21 settembre alle ore 2.18, Pasquale Burgio scrive ancora: “sbirri del cazzo scoppiatee” e poi ancora “Ormai i sbirri su comu i cinisi .. Su Unni e Ghe … !! (ormai gli sbirri sono come i cinesi, sono ovunque)”.
Non mancano ovviamente i must, ovvero le frasi celebri tratte dal film preferito, con tanto di foto di Claudio Gioè nei panni del boss: “Sorridi che la vita è bella”. Poi una foto in cui Riina è attorniato da carabinieri e la scritta: “pezzi mi merda”. Il museo degli orrori continua sempre con la frase di Luciano Liggio, tratta da “Il capo dei capi”: “non basta una pistola x diventare masculi… prima ci vonnu i cugghiuna”, frase, questa, che non necessita di traduzione. C’è chi cita Falcone e Borsellino e chi killer sanguinari come Liggio e Riina. E come Messina. Il nostro tour termina con la foto di due carabinieri accanto alla Gazzella e la scritta: “E Mille Altre Volte Te Lo Direi, Ke Non C’è’ Nient’Altro Al Mondo Ke Skifereii”.
Poco dopo l’arresto dello zio acquisito il giovane ma già determinato Burgio minaccia: “Le personeee parlano parlano parlano ma fateviiii i cazzi vostriii”. E lei, la nipote del boss gli risponde: “amò k parlino…le persone sanno solo fare questo…ma ricorda la ruota gira x tutti…oggi ridono loro domani lo farò io…a me sinceramente fanno solo pena…i loro commenti??? pff mi rendono ancora più forte e sempre più orgogliosa di mio zio…gente misera e senza cuore….dai amò nn diamo più retta a certi elementi…siamo superiori a loro…xk abbassarci così tanto…grazie amore ti amo…..”.
Piccola curiosità, l’amicizia virtuale del giovane con il giornale “Grandangolo”, pubblicazione sempre aggiornata sui fatti di mafia e lettura prediletta del boss latitante ed ex capo di Messina, Giuseppe Falsone, catturato il 25 giugno scorso a Marsiglia, in Francia; lo stesso periodico che per primo ha dato la notizia dell’arresto dello zio Gerlandino.
Ha collaborato Valeria Bonanno