Non vogliamo crederci, diteci che non è vero, che si tratta solo di uno scherzo, qualcuno dal palazzo di giustizia di Torino faccia uscire una smentita o almeno una rettifica.
Ci riferiamo alla notizia, apparsa sulla Repubblica, ed oggi ripresa da altri giornali, relativa ad una sentenza emessa dal tribunale di Torino, nella quale sarebbe stato deciso un forte sconto sull’indennizzo dovuto dal proprietario di un cantiere edile alla famiglia di un giovane albanese, morto dopo essere precipitato da una impalcatura. Per altro nella sentenza, al morto, viene anche imputato il concorso di colpa nel suo decesso, perché non avrebbe rispettato tutte le norme previste. La notizia, già sorprendente in sé, si colora ulteriormente di tinte fosche, perché lo sconto sull’indennizzo sarebbe stato deciso in relazione alla situazione economica del paese di provenienza. In altre parole se resta ferito o peggio muore un operaio albanese, tunisino, o comunque di un paese con un prodotto interno lordo distante dal nostro, secondo la sentenza, sarebbe giusto e doveroso applicare le norme guardando al paese di provenienza, e non a quello dove il decesso si è consumato. Saremmo così in presenza di una sorta di “indennizzo mobile” che potrebbe salire o scendere a seconda dell’indice di inflazione e dello stato patrimoniale della vittima e dei suoi familiari.
Per la verità il giudice ha fondato la sentenza su una precedente decisione della Cassazione che aveva introdotto un simile parametro, sentenza per altro successivamente ribaltata da una successiva sempre della Cassazione, nella quale viene ribadito il principio di uguaglianza in vita e “post mortem”. Non siamo abituati a commentare le decisioni dei tribunali, quando le condividiamo o quando restiamo, come in questo caso, quanto meno sconcertati, per usare un eufemismo.
Per questo ci piacerebbe che il giudice spiegasse pubblicamente le sue ragioni, che il presidente del tribunale fornisse spiegazioni comprensibili, questo non per celebrare i processi in sede impropria, ma per tentare di comprendere la genesi, le motivazioni, il contesto nel quale è maturata una simile decisione che, comunque, avrà delle possibili conseguenze, per non lasciare spazio ad interpretazioni imprecise o fuorvianti..
In quanti processi sarà richiamata questa decisione? Quanti imprenditori chiederanno lo sconto?
Non sarà più conveniente disporre, sempre e comunque, di personale precario, debole, senza diritti e che potrà costare di meno in caso di infortunio?
Naturalmente non ci sono state file di automobili per andare a visitare il cantiere dove è morto l’operaio albanese, così come non ci sono state file di curiosi per andare a vedere i luoghi dove ogni giorno muoiono lavoratrici e lavoratori, italiani e stranieri. Se non ci sono almeno 3 decessi non scatta neppure l’attenzione mediatica, possono sparire senza una foto, senza una riga, cifre da aggiungere al contatore delle morti più sporche che ci siano, altro che morti bianche, queste sono davvero morti nere, nerissime.
Queste non sono morti da utilizzare per acchiappare voti e invocare le ronde padane, queste morti non meritano neppure un plastico a “Porta a Porta”. Altro che “Avetrana minuto per minuto..”
P.S. Sono passati tre giorni da quando Berlusconi ha annunciato di non essere interessato al dolo Alfano,anzi di non averlo mai chiesto. Non ci risulta che il testo sia ancora stato ritirato!