Il capogruppo consiliare del Pd di Bordighera (Imperia), Donatella Albano e due ex assessori comunali Marco Sferrazza e Ugo Ingenito, sono stati messi sotto tutela delle forze dell’ordine per minacce ricevute nelle ultime settimane. I tre figurano nell’elenco dei testimoni al processo a carico della famiglia dei Pellegrino, imprenditori calabresi di Seminara, e di altre sette persone accusate di minacce ed estorsione. L’inchiesta si è sovrapposta a una indagine della procura distrettuale antimafia di Genova, che in collaborazione con la Direzione nazionale antimafia indaga su presunte infiltrazioni mafiose nel tessuto economico della cittadina del ponente ligure. La decisione della tutela è stata presa dal Comitato per l’ordine e la sicurezza presieduto dal Prefetto. Non si tratta di una vera scorta ma di una “maggiore attenzione” delle forze dell’ordine. Nei giorni scorsi, Donatella Albano, che è anche presidente provinciale del Pd si è tra l’altro battuta contro l’apertura di sale per videogiochi nella cittadina, è stata già seguita da militari dell’Arma nel corso di alcuni spostamenti.
I Pellegrino sono stati arrestati il 15 giugno scorso nell’ambito di un’inchiesta che ha azzerato i vertici politici del comune di Bordighera. A dare fuoco alle polveri è stato la richiesta, poi bocciata, di aprire una grande sala giochi nel centro del comune rivierasco. La Albano, inizialmente, aveva ricevuto per posta un limone che nella malavita ha un significato ben preciso: tenere la bocca chiusa. Poco dopo qualcuno le ha recapitato anche un santino bruciato. Si tratta di San Michele Arcangelo, lo stesso che la ‘ndrangheta utilizza per le affiliazioni. Non è finita, perché qualcuno le riferì che altri avrebbero detto. “Ricordati che hai dei figli”.
Sferrazza e Ingenito lasciano, invece, a verbale contatti con imprenditori di Seminara che volevano spiegazioni sulla mancata approvazione della sala giochi. In particolare Sferrazza ha confessato che, vista la situazione, dorme con la pistola sotto al cuscino.