”Sono dispiaciuta per quanto sta accadendo. Mi spiace soprattutto perché vedo che sono state coinvolte persone che mi hanno aiutato senza chiedere niente in cambio”. Lo ha detto Ruby, la giovane marocchina al centro dell’indagine della Procura di Milano su presunte feste a luci rosse e nel quale si ipotizza il favoreggiamento della prostituzione. Poi aggiunge: ”Sto male”. E fa sapere che in questi giorni in tanti continuano a cercare di contattarla. E aggiunge: “Stamattina ho cancellato il mio profilo da Facebook, attorno alle 10,30”. La pagina, in realtà, è tutt’ora visibile e contiente numerose foto di serate in discoteca. Cancellate solo alcune immagini, con atteggiamenti espliciti e ad alto contenuto erotico. Intanto il suo avvocato, Luca Giuliante, parla della sua assistita: “Ha bisogno di rimanere tranquilla perché si tratta di una ragazza molto giovane, coinvolta in una vicenda più grande di lei e che non le appartiene”.
L’altra protagonista della vicenda, Nicole Minetti, consigliere regionale della Lombardia per il Pdl, si dice “stupita”. L’ ex ballerina di Colorado Cafè, secondo le indagini, avrebbe invitato nel maggio scorso in casa sua Ruby. Vicenda negata dalla Minetti : “Sono rimasta colpita stamane alla lettura dei giornali”. E “poiché si fa riferimento al mio nome, ci tengo a precisare che con la signorina Ruby non ho rapporti di amicizia né l’ho mai ospitata in casa mia”.
Secondo quanto riportato oggi da la Repubblica e dal Corriere della sera, anche l’agente tv Lele Mora è tra gli indagati dalla procura di Milano. L’ipotesi di reato per Mora, Fede e Minetti è favoreggiamento della prostituzione nell’ambito di una indagine sull’entourage del premier Silvio Berlusconi. Sia Mora che Fede sono al centro di accertamenti giudiziari da quanto dichiarato, e riportato in primis dal Fatto Quotidiano, da una minorenne di origine marocchina, Ruby, che ha raccontato di alcune feste con ragazze e politici che si sarebbero svolte a casa di Berlusconi.
L’impresario televisivo, Mora, interpellato sulla vicenda ha dichiarato invece: “Stavolta sto zitto. Non rispondo”. Ieri intanto la ragazza marocchina è stata a lungo sentita in procura a Milano per ricostruire la vicenda. Presenti il procuratore aggiunto Pietro Forno, a capo del pool Reati Sessuali, il procuratore Edmondo Bruti Liberati e il pm Antonio Sangermano, titolare dell’indagine. Gli avvocati del presidente del Consiglio, Piero Longo e Niccolò Ghedini, avevano dichiarato ieri alla stampa come “notizie assolutamente infondate quelle apparse sui giornali”.