Tesserati di tutto il mondo, unitevi, Perché i vostri partiti non offrono una reale opportunità di influire sulle loro decisioni, di revocare la fiducia a chi ormai considerate sepolcri imbiancati, di espellere chi crede nell’eternità della poltrona. Nei tempi in cui il rispetto del mandato elettorale è soltanto un inutile orpello, sono in atto efficaci tentativi di politica cooperativa per riportare al centro l’elettore. Il Partito Pirata tedesco infatti ha creato LiquidFeedback, la piattaforma online che consente ai suoi membri di prendere parte alle discussioni e intervenire direttamente nella filiera programmatica.
L’applicazione, scaricabile e online da gennaio, è fondata sul principio della democrazia liquida, postulata dal partito nel 2007: si tratta di un sistema ibrido di decisione intrapartitica per assegnare una priorità alle mozioni da affrontare. E tutto è stabilito dal basso. I membri possono votare direttamente o, se non possiedono informazioni sufficienti, delegare ad altri soggetti più preparati sulla materia in discussione. Ma la delega è solo pro tempore: può essere revocata in qualsiasi momento se i risultati non corrispondono alle aspettative e online è possibile monitorare costantemente lo stato dei lavori. LiquidFeedback permette così lo sviluppo di una griglia di valutazione meritocratica delle singole competenze e dell’impegno dei membri del partito. Nessuna gerarchia che pilota le decisioni e diritti uguali per tutti. “Il Partito Pirata in Germania conta oltre 12mila membri ed è in costante crescita. Sentivamo la necessità di trovare un metodo che garantisse partecipazione e trasparenza nel processo decisionale”, spiega Christopher Lauer, responsabile di LiquidFeedback.
L’idea di una rappresentatività fluida riesce anche per rispondere, come prevede la mission filosofica del Partito Pirata, alla volontaria assenza di gerarchie o commissioni interne preposte alla scelta delle priorità da affrontare. Queste infatti sono stabilite dal basso in base al Metodo Schulze, complesso sistema di valutazione dei voti elaborato nel 1997 che seleziona un singolo vincitore secondo i voti di preferenza e stimola lo sviluppo di opzioni alternative alle mozioni di origine. LiquidFeedback supplisce ai deficit di decision making interni alle organizzazioni, dalle Ong ai partiti, anche se alcune parti politiche in Germania sono diffidenti. “La Enquête-Kommission Internet und digitale Gesellschaft del Bundestag (una sorta di Intergruppo Parlamentare 2.0, anche se più sviluppato, ndr) dopo l’entusiasmo iniziale, ha accantonato l’idea di utilizzarla, intimorita dalla complessità del metodo Schulze e dalla possibilità degli utenti di modificare le mozioni. Hanno quindi scelto Adhocracy, un software basato sul concetto di democrazia liquida ma che esclude la delega, uno dei nostri pilastri fondanti”, puntualizza Lauer.
L’applicazione online ha suscitato anche un ampio dibattito sull’equilibrio tra privacy e garanzia di trasparenza: ogni singolo step dei membri, dai voti alle deleghe, viene infatti registrato dal sistema e potrebbe paradossalmente inibire il coinvolgimento individuale. Ma è la politica liquida nell’era della globalizzazione e dei new media a creare il bisogno di ripensare la partecipazione: “Rimane aperta la domanda se un sistema di partiti come abbiamo oggi abbia ancora senso in futuro, ma è ormai anacronistico che i membri di un movimento non abbiano capacità decisionale. LiquidFeedback è stato creato affinché tutti godano degli stessi diritti e fornisce una reale possibilità di controllo sui delegati ”. Un sistema complesso e trasparente che da piattaforma intrapartitica potrebbe estendersi alle campagne elettorali perché, conclude Lauer, “è inaccettabile che il partito a cui sei iscritto non ti consenta di influire sulle sue decisioni”.
Di Eleonora Bianchini