“Signor presidente, non ci interessa la sua vita privata, ma ci faccia il favore di non occuparsi lei delle nostre. Io non ho bisogno di guardare dal suo buco della serratura perché ci bastano le sue imbarazzanti performance all’estero, e noi sappiamo che quelle italiane sono anche peggio”. Con queste parole Emma Bonino si è rivolta al premier Berlusconi dal congresso dei Radicali in corso a Chianciano Terme. E poi l’appello (accolto) al ministro degli esteri Franco Frattini: “Accompagni Marco Pannella e una delegazione radicale a Bagdhad per salvare la vita dell’ex vice-premier iracheno Tareq Aziz e degli altri coimputati condannati a morte”.

Parole inserite all’interno di una lucida analisi politico-sociale sulla situazione del Paese oggi. Se è facile criticare ferocemente la politica italiana sull’altare del “son tutti uguali e così fan tutti”, qualche volta bisogna pur salvarne qualcosa. E Emma Bonino rappresenta, della politica italiana, un’eccellenza vera, la più luminosa, ma non l’unica che si può incontrare ad un congresso dei Radicali, dai quali – personalmente – sono diviso da profonde differenze politiche su alcuni temi, ma con i quali, noto, avere un dialogo è possibile e stimolante, al di là della vulgata che li descrive soltanto come dei “pierini” sfascia tutto (cogliendo solo l’aspetto più superficiale del pannellismo). Che peccato per il Lazio non avere un governatore della levatura di Emma Bonino, che peccato aver scelto – complice anche, ma non solo, il bombardamento mediatico a reti unificate di quei giorni – un personaggio, Renata Polverini, costruito sulle ospitate televisive che hanno accreditato l’Ugl come il quarto sindacato italiano (e adesso che fine ha fatto?) e la sua “piccola” destra da saluti romani.

Solo per citare un altro Radicale, preparato e competente, a cui non verrebbe mai in mente di fare della sua età anagrafica una bandiera personale per vendersi come “nuovo” (leggete in proposito l’editoriale di Furio Colombo sul Fatto Quotidiano di oggi, pagina 14), chiamiamo in causa Marco Cappato, il cui impegno in Lombardia contro il vergognoso deficit di legalità rappresentato dalla giunta Formigoni (quarto mandato e firmopoli) è di straordinaria importanza e meriterebbe un sostegno politico che dal centrosinistra, dal Pd (che ospita nei suoi gruppi parlamentari la delegazione radicale) a Di Pietro passando per Vendola, nessuno fornisce.

Anche per questo motivo (insieme a diversi altri) Cappato invoca un’immediata fine dei rapporti parlamentari con il Partito democratico, ma Emma Bonino, saggiamente, replica che pur con tutte le evidenti difficoltà del caso, “non sento la fretta di arrivare ad un atto di rottura con il Pd”. Finché non la sentirà sarà un bene, per il Pd e per il centrosinistra.

I discorsi integrali di Emma Bonino e Marco Cappato, come tutto il congresso di Chianciano, si possono riascoltare su Radioradicale.it

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